Parlano italiano, spesso anche il dialetto modenese, frequentano le scuole insieme ai nostri figli e non di rado non sono mai stati nei Paesi da quali provengono i loro genitori. Sono i “cosiddetti immigrati di seconda generazione”, figli di immigrati nati e cresciuti in Italia, ma stranieri per la legge. Per chiedere che vengano loro riconosciute pari dignità e opportunità, la Cisl di Modena ha scritto una lettera a tutti i 47 sindaci e presidenti dei consigli comunali modenesi. Nella missiva, firmata dal segretario provinciale Francesco Falcone e da Ernest Boateng, presidente di Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) Giovani di seconda generazione, la Cisl sollecita ai consigli comunali la discussione e approvazione di un ordine del giorno indirizzato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Il nostro appello si intitola “Riformate la legge sulla cittadinanza – Italiani con il permesso di soggiorno” – spiegano Falcone e Boateng – Facciamo nostra la battaglia di migliaia e migliaia di ragazzi che, sentendosi orgogliosamente italiani, chiedono a Parlamento e governo di mettere da parte le ideologie e strumentalizzazioni sui temi dell’immigrazione. Non tutti sanno che, diventati maggiorenni, questi giovani devono chiedere il permesso di soggiorno per non ricevere il foglio di via. Per loro, infatti, – ricorda la Cisl – non esiste lo “jus soli”, cioè il diritto di essere cittadini italiani in quanto nati e cresciuti in Italia». Secondo le statistiche della Provincia, a inizio 2010 i cittadini stranieri residenti in provincia di Modena e nati in Italia superavano le 13.400 unità (+1.137 unità, pari al +9,2 per cento, rispetto all’anno precedente). I ragazzi nella fascia di età 0-17 anni corrispondono al 24,7 per cento degli stranieri residenti: in trenta Comuni della provincia più di uno straniero su quattro è minorenne. In media gli stranieri minorenni residenti nei 47 Comuni modenesi costituiscono il 17,7 per cento della corrispondente classe di età di residenti complessivi, con punte comunali massime del 27 per cento. «Non hanno attraversato frontiere, – osservano Falcone e Boateng – eppure vivono nell’incertezza e rischiano di finire in una “terra di nessuno” in bilico tra Questura e uffici immigrazione. Sono nuovi italiani che chiedono risposte per il loro futuro e per contribuire alla crescita del nostro Paese. Negare loro questa opportunità – concludono il segretario provinciale Cisl e il presidente Anolf II G – è una miopia politica, oltre che un’inaccettabile discriminazione».