“In sede di realizzazione delle nuove camere ardenti dell’ospedale di Mirandola, l’Ausl aveva la possibilità di realizzare 6 stanze per ospitare le salme, ma ha deciso di realizzarne solo 3. Un numero risultato assolutamente insufficiente a contenere un numero giornaliero di salme e di famigliari che in certi periodi dell’anno può arrivare anche fino ad otto. Dopo lo sbaglio nella costruzione del nuovo ascensore e i difetti di costruzione della portineria, che si allaga ad ogni pioggia, scopriamo, per voce dell’Assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti, che i disagi dovuti alla carenza di posti nelle camere ardenti, si potevano evitare, costruendo più stanze di quelle realizzate. Anche in questo caso è stata costruita una nuova struttura che funziona peggio e ha più problemi di quella vecchia. Roba da non credere”.
Lo ha affermato il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni che in questi giorni ha ricevuto la risposta dell’Assessore regionale alla sanità all’interrogazione con la quale chiedeva spiegazioni rispetto al sovraffollamento che soprattutto, nei mesi estivi, si registra nelle camere ardenti all’ospedale di Mirandola, in provincia di Modena.
“L’interrogazione oggetto della risposta era nata dal sovraffollamento registrato nel fine settimana tra il 24 ed il 26 luglio quando, nelle camere ardenti erano state deposte 8 salme a fronte di tre stanze disponibili. Questo portò alla presenza di due o tre salme e dei loro famigliari, in una stessa stanza con tutti i prevedibili disagi. Una situazione vergognosa che la Regione ci ha confermato essersi ripetuta. Le camere ardenti dell’ospedale di Mirandola servono per coprire un grande territorio abitato da circa 90.000 persone. Non c’era bisogno di calcoli fantascientifici per capire che tre stanze sarebbero state assolutamente insufficienti. Eppur l’errore è stato commesso, con l’aggravante che si poteva evitare. Purtroppo, anche in questo caso, non c’è nessuno che pagherà per gli sbagli commessi. Gli unici a pagare saranno, come al solito, i cittadini obbligati a subire disservizi fantozziani”.