Due mediatori culturali di lingua araba, con conoscenza anche delle lingue inglese e francese, operano da alcune settimane presso la Casa Circondariale di Bologna per facilitare l’assistenza sanitaria offerta dall’Azienda USL di Bologna ai detenuti immigrati, la cui presenza e’ circa il 72% del totale. I due mediatori culturali, una donna algerina e un uomo palestinese, assistono il personale sanitario in tutte le diverse occasioni cliniche e assistenziali a favore dei detenuti, svolgendo anche azioni di promozione sui programmi di screening. In collaborazione con il medico della Casa Circondariale, inoltre, coordinano gruppi di educazione alla salute su temi quali la trasmissione delle malattie infettive, igiene, prevenzione, educazione alimentare.

La consulenza del mediatore viene richiesta anche su casi a rischio di autolesionismo. I mediatori presenti in carcere hanno gia’ avuto esperienze formative rilevanti. In particolare, il mediatore di origine palestinese ha operato dal 2004 presso il Tribunale di Bologna Sezione penale, la Corte d’Appello, il Tribunale di Porretta Terme, il Tribunale di Imola. La mediatrice di origine algerina ha, invece, svolto la propria attivita’ presso il Servizio Immigrazione del Comune di Bologna e nelle strutture sanitarie dell’Azienda USL di Bologna e del Policlinico S.Orsola Malpighi. L’attivita’ nella Casa Circondariale si aggiunge ai servizi di mediazione culturale che l’Azienda USL di Bologna mette a disposizione, da circa 10 anni, delle persone straniere. In particolare all’Ospedale Maggiore e in quello di Bentivoglio, nell’area materno-infantile, e in alcuni servizi territoriali come il Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini, presso il Poliambulatorio Zanolini a Bologna, e nei diversi consultori familiari presenti in tutti i distretti sanitari dell’Azienda. I mediatori svolgono un ruolo importante anche all’interno delle strutture psichiatriche.