I sacerdoti stiano fuori dalla campagna elettorale per le prossime amministrative a Bologna: le ‘indicazioni obbligatorie’ al clero sono contenute in una lettera inviata dal cardinale Carlo Caffarra ai parroci, rettori di chiese e superiori religiosi e pubblicata da ‘Bologna Sette’, il supplemento domenicale del quotidiano cattolico ‘Avvenire’ curato dall’Arcidiocesi del capoluogo emiliano.

”Noi sacerdoti – scrive Caffarra – dobbiamo rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, astenendoci assolutamente dall’appoggiare qualsiasi partito o schieramento politico o candidato sindaco. Questa esigenza è fondata sulla natura stessa del nostro ministero. E’ inammissibile che un sacerdote sostenga politicamente una parte politica o un candidato sindaco, e tanto più che organizzi o partecipi a manifestazioni di sostegno”.

L’arcivescovo rileva che ”ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell’attuale situazione della nostra città quali beni umani fondamentali dovranno essere tutelati e promossi dalla futura amministrazione, e giudicare quale parte politica – per i programmi che dichiara e per il candidato che propone come sindaco – dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione. L’aiuto che noi sacerdoti dobbiamo dare consiste nell’illuminare il fedele perchè individui quei beni umani fondamentali”.

Caffarra aggiunge che ”il Magistero della Chiesa è di imprescindibile riferimento in questo sostegno al discernimento del fedele. Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale parte politica e quale candidato sindaco a suo giudizio dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei beni umani in questione. Questo sarebbe in realtà un’indicazione per chi votare”.

L’arcivescovo, nella lettera, vieta inoltre l’uso di locali delle parrocchie o di altri enti ecclesiastici a rappresentanti di qualunque parte politica, anche in caso di incontri che rispettino la par condicio, così come a persone con incarichi istituzionali di qualsiasi grado e genere che ne facessero richiesta per sostenere la campagna elettorale di una parte politica o di un candidato sindaco. ‘Off limits’ anche a volantinaggio, affissione di manifesti o altre forme di propaganda, e un ‘no’ deciso all’utilizzo, per questi scopi, di mezzi di comunicazione come i bollettini parrocchiali.

Anche in occasione delle precedenti consultazioni elettorali il cardinale Caffarra aveva inviato ai sacerdoti una lettera dall’analogo tenore.

Il 4 marzo 2006 l’arcivescovo aveva consigliato di ”studiare e meditare” un documento del novembre 2002 della Congregazione per la dottrina della fede, nel caso che ”un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi”, perchè è ”un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori”. Due anni dopo, il 16 marzo 2008, aveva ribadito il ‘no’ ai comizi in parrocchia e alle indicazioni sulle parti da scegliere, e aveva nuovamente sottolineato che la Chiesa ”deve illuminare i fedeli sui valori e i beni” come la tutela della vita umana, in tutte le sue fasi, ”che vanno difesi dalle leggi”. E, aveva aggiunto, come la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, ”evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla”.