“Una via d’uscita possibile per le imprese, ma un costo ulteriore per il Comune”. E’ la valutazione dell’assessore ai lavori pubblici, Antonino Marino, rispetto alla possibile soluzione dei problemi relativi ai tempi di pagamento degli enti locali nei confronti delle aziende fornitrici.
Il patto di stabilità del governo impone ormai tempi lunghissimi (la gara oggi ed il pagamento nel 2014), obiettivamente insostenibili per le imprese di piccole e medie dimensioni, comunque pesanti anche per le aziende più strutturate.
“Gli appalti pubblici pagati in tempi molto, troppo, lunghi -conferma l’assessore Marino- sono una questione molto seria per l’economia locale. E’ chiaro che ciò avviene per una scelta precisa del governo, così come noi siamo consapevoli che la semplice denuncia non basta: è per questo che insieme alla Camera di Commercio ed agli Istituti di credito cittadini abbiamo cercato una soluzione concreta, percorribile, anche se onerosa per il Comune”.
Il comune di Modena, il meno indebitato d’Italia, per rispettare il Patto di stabilità imposto dal Governo, non può pagare regolarmente nel 2011 le aziende vincitrici degli appalti pur avendo a disposizione i relativi finanziamenti. Dei 43 milioni di euro di lavori già effettuati, infatti, se ne potranno erogare solo 24, gli altri devono rimanere in cassa.
“Questa situazione ha del paradossale, prosegue l’assessore, oltre al danno dei mancati pagamenti si somma la beffa degli interessi da pagare di fatto sulla somma in cassa. Provo a spiegare: l’accordo con le banche prevede si possano anticipare i pagamenti alle aziende, ovviamente con qualcuno che provvede a coprire il costo degli interessi sulle anticipazioni. Quel qualcuno saranno Camera di Commercio e Comune di Modena che in tal modo avrà i soldi bloccati in cassa e gli interessi da pagare, quanto di più antieconomico si possa fare.”
“Potremmo trovare anche una soluzione alternativa, conclude Marino, e cioè ridurre gli investimenti fin quasi ad azzerarli, come per altro hanno già deciso di fare altri comuni. Questo significherebbe rinunciare ad opere fondamentali e creare problemi ancora più gravi al tessuto economico modenese. Quindi non lo faremo, ma è giusto che cittadini ed imprese capiscano bene chi devono ringraziare per la situazione che si è creata”.