Il PD chiede continuamente a livello nazionale più aiuti, più fondi, e invece qui a Modena quando si trovano soldi affinchè giovani donne non siano costrette ad abortire perché in condizioni di indigenza, si dice che questo non è rispettoso per la libertà di scelta delle donne? Ma stiamo scherzando? Che libertà sarebbe abortire per mancanza di risorse? Quale idea di società ha chi pensa seriamente che garantire la possibilità di abortire a chi è povero sia da Stato Civile? Per fortuna è una posizione minoritaria nel PD in Consiglio Comunale a Modena, ma c’è e si fa fatica a capire come possa ancora trovare spazio.

La Legge 194, feticcio della sinistra, dice che l’aborto non è un sistema di controllo delle nascite, e deve essere l’estrema ratio, qualora eliminati tutti gli ostacoli, la donna ancora manifesti l’intenzione di non portare a termine la gravidanza.

La verità è che in un modo di ragionare contorto si pensa che quando un’associazione, oppure un consultorio, propongano alternative all’aborto, queste siano un’indebita intromissione nella libertà di scelta. Al contrario si tratta – soprattutto nel caso di un consultorio – di una corretta interpretazione del proprio ruolo così come stabilito dalla legge.

Quindi ben vengano questi che in fondo sono “spiccioli” in un bilancio, se aiuteranno qualche ragazza a non interrompere una gravidanza solo perché mancano i soldi per il latte, o per i pannolini. Perché se c’è un giusto diritto di scelta della donna, c’è anche un nascituro, troppo spesso dimenticato.

(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)