Il fenomeno delle infiltrazioni mafiose al Nord “è un fenomeno che deve preoccupare, ma che qui in Emilia-Romagna non è emergenza”: Alberto Cisterna, procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, intervenuto all’audizione della commissione Bilancio e Affari generali dell’Assemblea legislativa riunita per discutere del progetto di legge sulle politiche di prevenzione del crimine organizzato, ha rassicurato i presenti, ma ha invitato a non abbassare la guardia.“L’Emilia-Romagna – ha ribadito, lodando l’iniziativa di legge regionale – è un territorio sano, ma resistere all’infiltrazione mafiosa oggi è un bisogno impellente. La mafia delocalizza e il Centro Nord offre loro molte opportunita’, la mafia ha molti soldi e li investe in attivita’ anche lecite per tessere la propria rete di controllo sul territorio”.

Di qui la difficoltà a riconoscere le organizzazioni mafiose, a identificare chi si muove con altri scopi e intesse relazioni di vario tipo. Essenziali diventano quindi il tema della legalità, richiamato dal progetto di legge dell’Emilia Romagna, e l’etica del lavoro, dei rapporti bancari e finanziari, della trasparenza della pubblica amministrazione. Cisterna ha insistito poi sull’importanza della “tracciabilità finanziaria” e delle relazioni con la Pubblica amministrazione per una messa a disposizione di banche dati di libero accesso a tutti i cittadini.

“Serve – ha concluso Cisterna – una più precisa e rigorosa cura nell’assegnazione delle opere pubbliche, delle licenze e delle autorizzazioni per erigere un perimetro di legalità. Non si tratta di creare il Grande Fratello, ma di rendere più trasparente l’attività amministrativa e quindi la tracciabilità del denaro per arginare l’infiltrazione del crimine organizzato. Ben venga dunque l’iniziativa di legge dell’Emilia-Romagna, oltre alla prevenzione si preoccupa anche di promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”.