Ha più di mille anni di storia e ora l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia intende garantire la sua qualità, per questo saliranno dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per una pubblica audizione, domani giovedì 9 giugno, con i produttori e tutti i portatori di interesse. Infatti, nei mesi scorsi il Consorzio di tutela dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia ha presentato una proposta di modifica al documento disciplinare che regola la Denominazione di origine protetta (Dop) di cui l’aceto gode, secondo quanto stabilito dal Regolamento europeo 510/06 e dal decreto ministeriale del 21 maggio 2007.
L’appuntamento è per le 16.30 presso la sala riunioni dell’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Reggio Emilia, in via Gualerzi, 20. L’audizione pubblica è finalizzata proprio alla richiesta di modifica del disciplinare Dop Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia.
“Il nostro intento – spiega Carlo Ferretti, presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia – è ottenere la validazione della definizione delle tre qualità attualmente prodotte (oro, argento e aragosta) e la conseguente possibilità della valutazione dell’aceto balsamico tradizionale da parte di appositi assaggiatori indipendenti. Un obiettivo che va nella direzione della tutela della qualità dei produttori, ma anche dei consumatori”.
Un aceto balsamico tradizionale… di tre qualità
La bontà Dop è tutelata dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. In base ai risultati dell’assaggio il Balsamico Tradizionale è classificato in tre categorie: Oro, Argento e Aragosta.
Sono i colori dei tre bollini applicati sulle tipiche bottigliette di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, identificativi di altrettante qualità di prodotto ottenute con periodi di affinamento diversi, ma sempre superiori a 12 anni.
E’ una scelta effettuata dal Consorzio fra Produttori di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, già dalla sua costituzione avvenuta nel 1986, per trasparenza nei confronti dei consumatori.
Nel 2000 la Comunità Europea, a corredo del prestigioso riconoscimento col quale inserì l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia tra i prodotti a Denominazione d’Origine Protetta, ha disposto una normativa nella quale è previsto che:
1) tutti i produttori devono essere certificati da un Ente Certificatore terzo, individuato tra quelli riconosciuti dalla stessa Ce e autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Detto Ente controlla tutte le fasi della filiera produttiva e rilascia l’attestato di certificazione solo dopo aver accertato il rigoroso rispetto del disciplinare di produzione;
2) tutti i prodotti devono avere i valori di densità e acidità indicati nel disciplinare di produzione rilevati da laboratori accreditati ISO/IEC 17025 attraverso specifiche analisi; i relativi certificati vengono inviati all’ Organismo di Certificazione che ne verifica la conformità;
3) l’idoneità e le caratteristiche qualitative dei prodotti da imbottigliare, anonimati dall’Organismo di Certificazione che realizza ogni assaggio, vengono stabilite durante l’esame organolettico da parte di una commissione di cinque maestri assaggiatori che, utilizzando una apposita scheda, esprimono il loro giudizio attribuendo valori numerici conformi alle sensazioni che individuano nel prodotto;
4) i prodotti giudicati idonei devono essere imbottigliati nella provincia di Reggio Emilia esclusivamente negli appositi contenitori di forma e capacità previste nel disciplinare di produzione;
5) tutte le attività di imbottigliamento devono avvenire in presenza dell’Organismo di Certificazione che ha il compito di controllare il riempimento delle ampolline, la loro tappatura e sigillatura con ceralacca e, al termine delle operazioni, di consegnare le medesime al produttore dotate dei bollini con la numerazione progressiva, che consente la tracciabilità del prodotto, e del colore corrispondente alla qualità imbottigliata.