L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia accelera sulla strada dell’adozione del Nuovo Statuto d’Ateneo. Tante le novità contenute nella bozza che la commissione incaricata (15 componenti) dagli organi accademici il 15 febbraio scorso, sulla scorta delle indicazioni espresse nella legge Gelmini n. 240 del 30/12/2010, ha consegnato in questi giorni all’esame del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, nonché alla discussione della comunità accademica, delle istituzioni e dei soggetti chiamati a partecipare al futuro ‘Comitato dei Sostenitori’, un organismo di nuova istituzione contemplato in questo documento (art. 41) come elemento di coinvolgimento diretto del territorio alla gestione ed al sostegno dell’Università.

E’ sul piano della governance, comunque, che si sono maggiormente recepite le indicazioni e lo spirito del testo di riforma: le funzioni e composizione degli organi di Ateneo, in primis Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico; la semplificazione dell’attuale struttura di Ateneo attraverso la ridefinizione dei Dipartimenti e delle Scuole di Ateneo; nonché le modalità di partecipazione attiva e di rappresentanza diretta delle diverse componenti accademiche alla vita ed al governo dell’Università.

Sul piano delle finalità più generali viene introdotta la rappresentanza degli studenti in tutti gli organi collegiali; viene introdotta la rappresentanza di genere (non inferiori a un terzo) in tutti gli organi di Ateneo come mezzo per favorire la pari opportunità tra uomini e donne; viene valorizzato il ruolo di riferimento culturale, scientifico e tecnologico dell’Università rispetto al territorio, anche attraverso il rafforzamento della rete di sedi; viene valorizzata l’internazionalizzazione e l’alta formazione (Scuole di Dottorato e di Specializzazione) e viene valorizzato il Codice Etico di Ateneo.

Cosa cambia?

Rettore

Attribuzione al Rettore, che avrà un mandato della durata di 6 anni non rinnovabile, di un importante ruolo di raccordo tra Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico a livello di trasmissione delle informazioni. Alla sua elezione partecipano tutti i professori di ruolo ed i ricercatori a tempo indeterminato, nonché attraverso un meccanismo di ponderazione dei voti, con un incremento significativo rispetto all’attuale, tutto il personale tecnico-amministrativo e gli studenti eletti nei Consigli di Dipartimento.

Istituzione di un Rettore vicario, di nomina rettorale, che rappresenta autonomamente il Rettore nella sede di Reggio Emilia, oltre a sostituirlo in via ordinaria in tutte le funzioni dell’Ateneo.

Senato Accademico (da 26 passa a 25)

Sarà composto da 25 membri e si configura quale organo di equa rappresentanza delle tre aree scientifiche dell’Ateneo (biomedica, scientifico-naturalistica e umanistica), dove sono presenti oltre a un buon numero di Direttori di Dipartimento anche diversi rappresentanti dei dipendenti (docenti e non) dei Dipartimenti in genere, oltre che delle Scuole. Rafforzamento dei suoi poteri rispetto al modello minimalista della legge Gelmini, con attribuzione di pareri vincolanti per il C.d.A, ad esempio in materia di istituzione e soppressione di corsi, Dipartimenti, Scuole etc. e a cui è affidato il coordinamento dell’attività culturale e didattica dei Dipartimenti. Ne faranno parte il Rettore, 9 rappresentanti dei Direttori di Dipartimento (3 per ogni macro-area), 3 rappresentanti delle Scuole di Ateneo (1 per ogni macro-area), 6 rappresentanti delle macro-aree disciplinari (2 per ogni macro-area), 2 rappresentanti del personale Tecnico-Amministrativo e 4 rappresentanti eletti dagli studenti.

Consiglio di Amministrazione (da 25 passa a 11)

Composto da 11 membri (tra i quali il Rettore e 2 rappresentanti degli studenti) con tutti i poteri d’indirizzo e decisori principali della vita accademica (l. Gelmini). I consiglieri sono designati dal Senato Accademico nel numero di 8, di cui 3 esterni individuati su basi strettamente di competenza espressione anche del Comitato dei Sostenitori e 5 appartenenti ai ruoli dell’Ateneo (docenti, ricercatori e personale TA), almeno due dei quali devono appartenere ad una delle due sedi (Modena o Reggio Emilia).

Dipartimenti

I Dipartimenti, ridotti significativamente nel numero e per la cui costituzione sono necessari almeno 35 docenti e ricercatori, diventano la nuova struttura di base dell’Università, con l’attribuzione di funzioni sia didattiche che di ricerca. L’attuale proposta di Statuto recepisce questa importanza e favorisce la costituzione di Dipartimenti stabili e aperti alla partecipazione attiva di tutto il personale: il Consiglio di Dipartimento viene aperto, oltre che ai docenti ed ai ricercatori, al personale tecnico-amministrativo e ad una rappresentanza del personale precario. Quando e se i Dipartimenti non avessero la capacità di gestire in autonomia i corsi di studio e di formazione o quando si volessero raccordare per garantire una migliore gestione della didattica potranno aggregarsi in Scuole di Ateneo, “eredi” delle attuali Facoltà, ma caratterizzate da una maggiore semplicità strutturale e, mai, comunque, in sovrapposizione con i Dipartimenti, in modo da favorire gli studenti. Spariscono le Facoltà.

Altri Organi

Altri organi che concorrono alla gestione dell’Università sono:

– Collegio dei Revisori dei Conti con compiti di vigilanza e controllo contabile e finanziaria dell’Università

– Nucleo di Valutazione per la valutazione e verifica delle attività amministrative ed istituzionali

– Direttore Generale

Questi organi saranno affiancati da: un Collegio di Disciplina (durata 4 anni) composto da 5 componenti, di cui 3 professori ordinari, 1 professore associato e 1 ricercatore a tempo indeterminato, e altrettanti supplenti; un Comitato Unico di Garanzia (durata 4 anni) per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni; un Consiglio del Personale Tecnico Amministrativo e un Consiglio degli Studenti.

“Credo anche a nome di tutto l’Ateneo – ha commentato il Rettore prof. Aldo Tomasi – che vada espresso un plauso particolare ai componenti della Commissione incaricata per averci consegnato, in tempi molto rapidi, un valido testo su cui portare avanti la discussione negli organi, Senato e Consiglio di Amministrazione attuali, chiamati ad approvare in via definitiva il Nuovo Statuto. Ma devo anche esprimere un ringraziamento alle varie componenti accademiche (studenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, colleghi) che con senso di responsabilità si sono immerse nello spirito della riforma, contribuendo a definire una proposta coraggiosa ed innovativa che vuole rendere più trasparente, semplice e partecipata la vita dell’Ateneo. Ci siamo fatti carico di rispettare i tempi dettati dal provvedimento Gelmini, anche se ancora per tanti aspetti non completato per la mancata emanazione di una serie di decreti attuativi attesi dal mondo accademico. La nostra volontà è di restituire con questo documento ancora più prestigio alla nostra Università per proseguire e rafforzare quel rapporto coi territori, tanto fondamentale per la sua crescita ed il suo sviluppo”.

L’esame del testo (52 articoli), redatto dalla Commissione che si è insediata il 17 febbraio dedicando alla sua formulazione 30 sedute, dopo l’ufficializzazione avvenuta nel corso di una Assemblea di Ateneo l’8 giugno, proseguirà secondo un calendario che prevede la sua presentazione da parte della Commissione il 14 giugno durante una riunione congiunta di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, che dovranno poi approvare in via definitiva il testo medesimo. L’obiettivo dell’Ateneo è comunque di poter inviare al MIUR il Nuovo Statuto entro il 26 luglio. Da allora il Ministero avrà 3 mesi di tempo per approvare lo Statuto o chiedere delle modifiche.