Vorrei stare ai fondamentali: avevo capito che ci fosse un progetto per realizzare un centro di acquaticità con servizi complementari ( come succede in tutto il mondo contemporaneo) per offrire una opportunità ai tanti che non trovano soddisfazione nelle piscine esistenti e ai tantissimi che, sapendo che è difficile trovare posto in orari flessibili, rinuncia anche a fare domande o iscrizioni.
Avevo capito che l’investimento, a parte le infrastrutture fossero dei privati che in quanto tali mettono soldi, ma sperano anche che rientrino.
Tutto questo al parco Ferrari che alcuni non ritengono il luogo ideale e pensano che sarebbe meglio altrove, ma chi mette i soldi fa anche dei calcoli di fruibilità, di parcheggi, di appeal generale ecc…non fa beneficenza e non gli si può dire: con i tuoi soldi vai nell’altra zona di Modena che è meglio….per chi? E poi diciamo la verità, Modena non è Roma; in orari non di punta in 15’ si attraversa la città.
Dibattiti, polemiche quintali di inchiostro dei giornali e poi ecco una nuova proposta: Modena, città di canali d’acqua ( veri labirinti) sente il bisogno di realizzare un grande labirinto di siepi ( provare a immaginare con tasso di umidità 90% e 32 gradi se uno si perde nel labirinto…; e poi vedendo le reazioni, saltano fuori Cinema all’aperto, luoghi di lettura che, considerati altri analoghi progetti esistenti, necessiterebbe di tutta la popolazione che legge (in biblioteca…) e inoltre bar, ristoranti, uno così cosi’ e uno raffinato:
Bene, molto bene, ma chi paga, chi fa l’investimento?, mentre sulla piscina il bisogno è dimostrato da dei dati, sui labirinti e sul resto esiste una analisi come farebbe qualsiasi investitore prima di rischiare i suoi soldini? E poi, pensare che dopo la visita al Museo Casa Enzo Ferrari portiamo i turisti a fare un giro nel labirinto e a leggere un libro anziché a visitare una acetaia, da l’idea di un progetto un po’ improvvisato.
E poi i politici che si interrogano se la Piscina di fronte alla crisi è una priorità; ma perché ragionare in questo modo? Se la fai pagare ai cittadini e il Comune non riesce ad accogliere i piccoli al nido, allora forse ci penso un secondo, ma se i privati investono assumendo come sempre anche dei rischi, il discorso cambia e la piscina migliora la qualità della vita e permette a famiglie che magari non avranno i soldi per andare in vacanza di trascorrere una mezza giornata vicino a casa senza sentirsi mortificate.
La nostra città deve guardare avanti con meno ipocrisia, più analisi dei cosidetti “nuovi bisogni” e più coraggio, più assunzione di responsabilità, e, dopo il dialogo, più decisioni; è questo che i modenesi si aspettano dalla politica e dagli amministratori e non una città paludata da confronti che non si concludono con concretezza.
L’idea in sé di un “Parco della mente” ha un suo fascino, ma non si capisce perché alla mente debba fare meglio il labirinto di una sana nuotata in piscina. E non si capisce perché non si possa trovare una mediazione no il labirinto è un vincolo assoluto?
Questa città discute tanto e a volte troppo, si divide sulla Piscina al Parco come si divise sulla Porta di Ghery e la conclusione rischia di essere la stessa: 1 a 1, palla al centro, partita sospesa per paura di decidere, per una ricerca quasi ossessiva di consenso, di condivisione, ma così non si va da nessuna parte e anche noi diventiamo in qualche modo complici di una fase storica che ancora prima di essere crisi economica sta diventando crisi di fiducia, crisi di futuro.
(Amedeo Faenza, Presidente Federalberghi Modena)