Apprendiamo dagli organi di stampa la decisione del governo di prorogare fino al prossimo dicembre l’impiego delle forze armate, affiancate a quelle di polizia, come organi di vigilanza presso il Centro di Identificazione e Espulsione (CIE) di Modena.

Dopo le varie proteste contro queste strutture, vere e proprie carceri, in cui i diritti umani sono sospesi e chi vi è imprigionato non ha nessuna colpa, la risposta da parte del Governo continua ad essere repressiva e non coglie minimamente le istanze espresse da chi si oppone ai moderni lager presenti sui nostri territori.

I CIE, in Emilia Romagna presenti a Modena e a Bologna, sono strutture indegne di un Paese che vuol dirsi civile e democratico, ancor più nel momento in cui la gestione di questi diventa sempre più restrittiva e affidata ai militari.

L’accoglienza dei migranti, per la gran parte profughi che vengono da zone di guerra e povertà, deve essere gestita dalle istituzioni attraverso l’intervento di esperti e competenti, in grado di saper trattare le donne e gli uomini che arrivano disperati sui nostri territori, da cittadini e non da criminali.

Per quanto ci riguarda la politica dell’accoglienza passa in primo luogo dalla chiusura dei Cie.

(Roberto Sconciaforni – Capogruppo Federazione della Sinistra Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna)