Promuovere una campagna sociale di prevenzione educativa sui rischi connessi al gioco d’azzardo; sostenere le strutture che già operano per curare chi chiede aiuto terapeutico e adoperarsi perché il gioco d’azzardo problematico sia riconosciuto come patologia a tutti gli effetti; chiedere al governo che una percentuale dei montepremi sia obbligatoriamente destinata alla promozione del gioco responsabile. Sono queste le principali richieste alla Provincia contenute nell’ordine del giorno sui rischi del gioco d’azzardo, sottoscritto da Idv e Pd e approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole di Pd e Idv. Astenuti Pdl e Lega nord.

Il documento, che chiede anche l’istituzione di un tavolo provinciale permanente di confronto per realizzare progetti di ricerca e intervento, è stato presentato da Sergio Pederzini (Idv) che ha sottolineato come l’Italia «sia tra i primi cinque paesi al mondo per spesa pro capite per il gioco e tra gli ultimi per i fondi stanziati per curarlo. Il nostro Stato si comporta come un biscazziere – ha affermato il consigliere – perché promuove massicciamente il gioco ma non ha ancora creato una rete istituzionale di servizi di cura per le patologie che ne conseguono».

«Messaggio condivisibile» per Mauro Sighinolfi (Pdl) ma da indirizzare soprattutto «in ambiti sociali come le polisportive che sono le prime a promuovere il gioco, il bingo per esempio che è diffusissimo». Ma quelli che si vogliono colpire non sono i giochi di società, bensì «i giochi spersonalizzanti che generano alienazione», ha replicato Luca Gozzoli (Pd) aggiungendo che con le dipendenze lo Stato si comporta in modo contraddittorio: «I tossici li mette in galera, i giocatori li spreme per fare cassa». E mentre Elena Gazzotti (Pd) ha ribadito che per un’istituzione come la Provincia «è doveroso spingere per un intervento nazionale che sostenga la cura», Bruno Rinaldi (Pdl) ha commentato che «prelevare una percentuale dei montepremi da destinare alla cura è comunque una forma di incentivazione del gioco».