(Dall’inviato dell’Adnkronos Salute Francesco Maggi) – Pochi sorrisi e nessuna voglia di notti folli sotto le lenzuola, perché più del desiderio è l’insonnia a colpire. Sono gli sbazi d’umore stagionali, che secondo i ginecologi colpiscono 12 milioni di italiane. Il problema riguarda il 25% della popolazione e le donne sono 4 volte più vulnerabili dei maschi. Con 5% del gentil sesso che va incontro a un vero e proprio disturbo affettivo stagionale (Sad).

“Per lei un aiuto a ridurre del 50% questo ‘disturbo’ arriva dal drospirenone, un progestinico contenuto nella pillola contraccettiva, che agisce direttamente sul sistema nervoso centrale – spiega Vincenzina Bruni, direttore di Ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza all’ospedale Careggi di Firenze – Oltre all’efficacia anticoncezionale, ha dimostrato, dopo soli 6 mesi di assunzione, di favorire un aumento della libido, un miglior raggiungimento dell’orgasmo e una più alta frequenza di rapporti”. L’esperta, intevenuta oggi alla conferenza stampa dedicata a questa tematica al congresso nazionale della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) in corso a Palermo, ha inoltre sottolineato come “la particolare vulnerabilità femminile agli sbalzi d’umore è legata alla ciclicità endocrina mensile, che la pillola regolarizza, ma non altera”.

Perché “per le donne è molto importante riuscire a ridurre le fluttuazioni ormonali continuando a sentire il ‘ritmo’ del proprio corpo – sottolinea Franca Fruzzetti, ginecologa della Clinica universitaria dell’ospedale S. Chiara di Pisa – Questa esigenza è stata accolta con l’introduzione di una nuova formulazione a base di estradiolo, lo stesso estrogeno prodotto dall’organismo, e di dienogest. Questa permette di ‘mimare’ il ciclo naturale con un buon impatto sulla qualità di vita e sulla sessualità”. Oggi, ricordano gli esperti, la media italiana di utilizzo della pillola è fra le più basse in Europa: 16,2%. Al Nord la sceglie il 19% delle donne e vi sono pochi casi di mamme under 18: 666 nel 2009.

Al Sud solo il 9% usa la contraccezione ormonale e le ‘madri bambine’ sono state 1.539. “La scelta degli estroprogestinici è raccomandata proprio nelle giovanissime – spiega Bruni – Una prescrizione mirata, capace di rispondere anche ad eventuali necessità estetiche, rappresenta la pre-condizione per un utilizzo prolungato e costante, la miglior tutela per le nostre ragazze”. E’ la Sicilia che detiene il record italiano di gravidanze nelle minorenni: 613 sono diventate mamme nel 2009.

E la pillola contraccettiva in regione è utilizzata dal 10,8% delle donne. “Dobbiamo insistere nei programmi di educazione sessuale e nella promozione della contraccezione consapevole – concludono i presidenti del congresso, Luigi Alio, direttore Ginecologia e ostetricia all’ospedale Civico di Palermo, e Massimo Petronio, direttore del Dipartimento salute della donna e del bambino dell’Agenzia sanita pubblica provinciale di Palermo – un percorso che deve passare sempre più dall’integrazione università, ospedale e territorio. Ad esempio – concludono – attraverso il potenziamento della rete consultoriale, oggi in sofferenza, con 183 consultori pubblici e 10 convenzionati a fronte dei 250 che sarebbero necessari”.