Sono bastati pochi giorni per mandarci un segnale chiaro e preciso: l’odio razziale è sempre tra di noi, convive e coabita nelle nostre città. “Ritengo di estrema gravità ciò che è accaduto a Firenze –  scrive Aziz Sadid, responsabile politico dell’Anolf Cisl di Reggio Emilia (Associazione nazionale oltre le frontiere), l’associazione di immigrati di varie etnie per la fratellanza tra i popoli, nello spirito della Costituzione italiana -. Ciascuno di noi ha le sue idee e pensieri politici, ma ciò non può assolutamente legittimare un cinquantenne a uccidere; la violenza non porta altro che ulteriore violenza. Alcuni giornali sottolineano che possa essere una resa dei conti con i senegalesi e che ci possa essere stato un diverbio tra lo stesso Casseri e le vittime. Se fosse cosi, questo è ancor più allarmante”.

“Attenzione all’enfasi con cui si può archiviare la vicenda con l’affermazione: ‘è opera della follia di un singolo, è il razzismo a cui è stato dato troppo spazio’ (vedi i precedenti casi di Castel Volturno e Rosarno, Milano e Parma). La generalizzazione è il percorso più breve verso il razzismo. Chi è razzista è vigile, sa come muoversi e come destreggiarsi”.

“L’Italia è un paese razzista ? Una domanda stupida. Nessun paese è razzista in sé e nessun paese è completamente privo di razzismo. Esiste in ciascun paese del razzismo tra la gente, è certo che oggi si esprime con una violenza unica. È vecchio quanto l’uomo, ma oggi le sue espressioni e manifestazioni vengono affrontate in maniera superficiale”.

“Non è solo il caso di Firenze che preoccupa. Pochi giorni prima l’episodio di Torino hanno mandato un forte segnale: un’adolescente in forte confusione per un fatto personale – aver avuto il primo rapporto sessuale senza che i genitori lo volessero – ha subito scagliato la sua difficoltà contro dei presunti violentatori di origine rom. Pregiudizi, stereotipi e razzismi sono dilaganti anche tra le giovane generazioni. Deve preoccupare tutti quanti noi anche che i cittadini si facciano autonomamente ‘giustizia’ da soli, senza sapere davvero chi è colpevole o innocente”.

“Il rom disturba perché il suo aspetto fisico o il suo stile di vita non corrisponde a quello che un cittadino europeo è abituato a vedere o conoscere. La situazione si fa così sempre più grave, perché oggi ogni rom è visto come un criminale. Disturba chi professa un’altra religione, la persona con un’altra cultura, la persona con una idea politica diversa dalla propria, le persone con diverso orientamento sessuale, le persone con disabilità. Ci disturba e ci fa paura l’alterità”.

“Il dialogo e il confronto sono le strade da perseguire. Quotidianamente siamo chiamati e costruire il paese che vogliamo per i nostri figli, e questo non può essere realizzato in 24 ore, questo ha bisogno di tempo. Chi governa l’Italia ha il compito di abbassare le tensioni, di ribadire perennemente i doveri e diritti di ciascuna persona che qui vive, al di là della provenienza nazionale e geografica. Abbiamo bisogno di cuori intelligenti, non di pance riluttanti”. E’ la conclusione di Aziz Sadid.