Emergono interessanti curiosità sul blitz effettuato dalla polizia municipale dell’Area Nord nei tre laboratori cinesi nelle campagne tra San Possidonio e Concordia. Nella “stalla” diventata luogo di lavoro, infatti, il titolare aveva installato un circuito video per riprendere la zona esterna. Non si trattava di un modo per tenere controllati i dipendenti e visionarne la produttività, bensì aveva l’obiettivo di anticipare eventuali visite sgradite.
E in effetti quando gli agenti hanno suonato alla porta all’interno già si sapeva del controllo tanto che due operai hanno cercato la fuga attraverso una porta secondaria. La polizia municipale, però, aveva già scoperto il “trucchetto” e ad accogliere i due fuggitivi c’erano altrettanti agenti.
In attesa poi dei controlli incrociati con l’Inps – gli ispettori con cui la municipale collabora da tempo sono al lavoro per verificare lo stato contributivo dei 22 lavoratori identificati – sono state multate due persone per non aver comunicato – come previsto dalla legge – la variazione del luogo in cui erano ospiti. I due, infatti, pur dicendo di abitare a Concordia erano ormai irreperibili da tempo perché ospitati nel casolare, trovato tra l’altro in uno stato igienico piuttosto precario, e dovranno pagare una sanzione di 320 euro cadauno.


