Il Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico Democenter-Sipe si trasforma da società consortile a Fondazione di partecipazione e i fondatori saranno tutti gli attuali consorziati: Camera di commercio, Provincia, Comune di Modena, Università, fondazioni bancarie, imprese, associazioni di categoria e alcuni altri Comuni (Vignola, Spilamberto, Savignano, Maranello e Fiorano). L’assemblea dei soci è già convocata per giovedì 22 dicembre e il Consiglio provinciale ha approvato la trasformazione mercoledì 21 con il voto favorevole di Pd, Idv, gruppo Misto, astenuti Pdl e Lega Nord.

«Democenter-Sipe rimarrà il soggetto di riferimento per l’attuazione delle politiche di diffusione dell’innovazione e di trasferimento tecnologico – ha spiegato l’assessore alle Politiche per l’economia locale Daniela Sirotti Mattioli – continuando a svolgere il prezioso ruolo di collegamento tra università e ricerca da un lato, il sistema delle imprese dall’altro. Non avendo scopo di lucro, con la trasformazione in Fondazione questi obiettivi potranno essere perseguiti con ancora maggiore efficacia grazie alla piena integrazione che si potrà creare con la nostra Università. Sarà inoltre più agevole il coinvolgimento delle fondazioni bancarie nella fase erogativa, così come si semplifica il rapporto con gli enti locali (alla Fondazione non si applica la nuova normativa sulle società a partecipazione pubblica), mentre il numero dei soggetti coinvolti nel sostegno – ha aggiunto l’assessore – potrà essere modificato costantemente con flessibilità».

La Fondazione sarà guidata da un presidente e da un consiglio di amministrazione con altri quattro componenti: uno di nomina della Camera di commercio che designa anche il presidente, uno indicato dall’Università, un altro dal Comune di Modena, mentre il quarto sarà nominato dall’Assemblea dei fondatori dove ogni soggetto ha diritto a un voto. L’Assemblea nomina anche cinque degli 11 membri del comitato tecnico scientifico (due terzi dovranno rappresentare le imprese fondatrici), gli altri sei sono designati dal consiglio di amministrazione su indicazione dell’Università.

«Negli ultimi due anni – ha ricordato l’assessore Sirotti Mattioli – si è lavorato per l’unificazione di Democenter-Sipe con Reggio Emilia innovazione, ma abbiamo preso atto con rammarico dell’indisponibilità di Reggio, per ora, a proseguire nel processo di integrazione che, comunque, potrà essere riattivato quando ve ne saranno le condizioni».

Il dibattito

La trasformazione del Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico Democenter-Sipe da società consortile a Fondazione di partecipazione è stata approvata dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole di Pd, Idv e gruppo Misto; astenuti Pdl e Lega nord.

Aprendo il dibattito Ennio Cottafavi (Pd) si è detto a favore dell’opera di razionalizzazione intrapresa, «che aumenta le competenze di Democenter come centro tecnologico, significativo e qualificante, che dà risposte alle esigenze delle imprese e del territorio che sempre più si avvalgono del suo supporto». Cottafavi si è poi rammaricato della mancata adesione di Reggio Innovazione, sottolineata come punto dolente anche da Dante Mazzi (Pdl) per il quale «nei momenti di crisi è opportuno unire forze e competenze ed evitare duplicazioni che disperdono energie». Il capogruppo del Pdl ha concordato sui motivi della trasformazione di Democenter in Fondazione ma ha espresso alcune riserve «perché non c’è chiarezza su quali attività potranno concretamente svolgere queste fondazioni» e ha rimarcato la mancanza «di un dibattito più approfondito che possa portare anche a nomine maggiormente condivise, meno condizionate dalla politica e di sicura competenza».

Per Sergio Pederzini (Idv), la trasformazione agevolerà «l’attività a favore delle aziende alle quali dà risposte concrete in termini di innovazione e qualificazione tecnologica». Patrizia Cuzzani (gruppo Misto) ha apprezzato in modo particolare la formula prescelta della fondazione di partecipazione perché «è aperta al contributo dei privati e snellisce la gestione mantenendo però, come è opportuno, un ampio spazio al soggetto pubblico».