Il dibattito suscitato sul piano casa è solo l’ultimo episodio di un confronto mai davvero sviluppato che ha per oggetto il territorio di questa città e della stessa Provincia.

Discutere di questi progetti per il PRC non significa imbalsamare la città come pensa Sitta ma ragionare della sua evoluzione e su come si sviluppa il territorio provinciale; al contrario l’assessore continua a presentarsi come il portabandiera di chi vede il territorio non come un bene finito da tutelare, ma come una mera opportunità per avviare cantieri, a nostro avviso senza alcuna seria analisi sulla loro reale necessità.

Sitta e Pighi dicono che i nuovi alloggi da costruire rispondono alla richiesta di abitazioni che la città esprime, e a chi, come noi, li contesta viene replicato che non abbiamo a cuore le sorti di chi la casa non ce l’ha. Eppure noi avevamo capito che per il Comune di Modena il territorio era considerato un bene finito e che anche la Provincia, in materia di pianificazione territoriale puntava nel PTCP a ridurre il consumo di nuove aree e a recuperare l’esistente non utilizzato. Oggi dobbiamo constatare che erano solo dichiarazioni di facciata!

Nella provincia che è ai primi posti in Regione per alloggi nuovi invenduti e ai primi posti in Italia per sfratti per morosità dovremmo credere che il caro-alloggi dipende dal fatto che in questi ultimi decenni si è costruito troppo poco? Dovremmo ignorare il fatto che mentre si è continuato a costruire senza reali limitazioni, il prezzo del mattone è sempre aumentato? Segno evidente che non si rispondeva ai bisogni dei cittadini, ma alla speculazione edilizia.

L’esperienza dimostra che non è spingendo l’acceleratore sulla cementificazione che si garantisce il diritto alla casa a tutte quelle famiglie che in misura sempre maggiore non hanno il denaro sufficiente per accedere al mercato dell’affitto o che, addirittura, ne sono stati espulse a causa di una crisi economica sempre più pesante. Occorre invece privilegiare realmente l’edilizia popolare e premere sull’utilizzo degli alloggi invenduti e sul recupero dell’esistente. È infatti evidente che le famiglie che oggi non accedono alla casa non trarranno alcun beneficio dalle nuove costruzioni previste.

Nel frattempo però, mentre Sitta pensa ad insultare chiunque – Sel compresa – non la pensa come lui, il Governo ha azzerato i contributi per l’affitto, con la conseguenza che la povertà per migliaia di famiglie modenesi aumenterà ancora, senza che il Comune di Modena abbia trovato una soluzione al problema casa.

Insomma, dopo anni di chiacchiere le famiglie alle prese con il caro-casa sono sempre di più.

(Prc Federazione di Modena, Segreteria provinciale)