Nasce il coordinamento di cittadini, comitati, associazioni e partiti che denunciano lo spreco economico e l’insostenibilità ambientale del progetto di A.R.C., la società che privatizzerà il trasporto stradale sull’arteria che non porterà sviluppo ai territori, trasformandoli in aree di traffico a livello europeo.

Esistono associazioni di tutela, comitati di cittadini e partiti politici, in rappresentanza di migliaia di persone che ne hanno condiviso le opinioni e sottoscritto le petizioni, rivolte alla Regione, al Governo e all’Unione Europea.

A nulla sono servite le singole iniziative di queste e altre istanze sociali (spesso deliberatamente ignorate) per rivedere il progetto che sostituisce forzatamente l’originaria strada Cispadana con un’autostrada, progetto licenziato a dicembre 2011 dalla giunta regionale, dopo il contratto con una società di diritto privato (A.R.C.).

Un affare colossale sotto il profilo della speculazione (ormai insostenibile in Emilia-Romagna) e specialmente per gli interessati ai cantieri e alle cave, che si spartiranno i 1.170 milioni di euro che vengono finanziati anche con denaro pubblico.

Ma un errore sotto ogni altro profilo:

1) l’autostrada non porterà lo sviluppo economico, che oggi risponde ad altre e ben più complesse dinamiche, ma rappresenterà una nuova arteria che richiamerà traffico di attraversamento in una logica – quella oramai superata dello sviluppo del trasporto su gomma – opposta alle politiche sancite in tanti atti normativi atti non solo europei ma anche della stessa Regione che contraddittoriamente, vuole l’autostrada. Il committente, la Regione Emilia Romagna, è infatti incapace di adeguare il suo sistema di mobilità e, anziché guardare al ferro, con l’autostrada insiste sulla gomma innescando l’aumento vertiginoso dei volumi di traffico.

2) l’autostrada

a: “privatizza” la Ferrara-mare, chiudendone l’attuale utilizzo di collegamento tra i territori attraversati

b: devasterà la Cispadana già costruita nel Ferrarese e nel Reggiano, trasformando una strada a scorrimento veloce funzionale ai territori in un’autostrada chiusa e a pagamento, di fatto inaccessibile alle economie e ai cittadini che ne usufruiscono da decenni.

c: sarà costruita su un improbabile corridoio tra i paesi del Modenese e del Ferrarese, laddove 40 anni fa era stata pensata una strada di collegamento tra i centri abitati, mai realizzata e oggi evidentemente inadeguata alle funzioni ben diverse e potenziate che oggi gli si vogliono affidare.

3) l’autostrada rappresenterà un irrimediabile, imperdonabile e permanente danno al paesaggio della pianura e ai centri abitati, una nuova perdita mastodontica di territori agricoli che saranno asfaltati, una ulteriore fonte d’inquinamento aggiuntivo con evidenti incontestabili riflessi sulla qualità delle produzioni alimentari, non solo quella bio o tipica, ottenute dai terreni adiacenti all’autostrada. L’autostrada rappresenterà soprattutto un attacco alla salute delle persone.

Per questi e altri motivi

Per informare i cittadini (la metà dei quali non conosce né tracciato né conseguenze della autostrada, secondo gli stessi dati di A.R.C..

Per passare ad una fase operativa, di maggiore mobilitazione che porti la Regione Emilia Romagna a rivalutare la sua scelta

È stato costituito il coordinamento dei cittadini, delle associazioni, dei comitati e dei partiti che a livello locale o regionale sono contrari alla soluzione autostradale.

Il coordinamento invita i cittadini a prendere coscienza della situazione e della necessità di farsi carico del proprio futuro, prima che il progetto divenga definitivo.

Il coordinamento si mette a disposizione anche con un omonimo profilo facebook e propri referenti, invitando altri centri abitati, comitati e cittadini ad una azione sinergica, indispensabile per rompere il muro della disinformazione e della divisione sulla quale questo affare affonda i suoi tentacoli nel territorio.