Ora gli studenti della facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno uno loro contenitore, uno spazio pensato alla maniera dei “loft” anglosassoni, dove potranno esprimere le proprie capacità progettuali e creative.

E’ stato battezzato “Design Loft” ed è stato loro ritagliato presso il Padiglione Tamburini, nel parco del Complesso universitario S. Lazzaro a Reggio Emilia, a stretto contatto con la facoltà di Ingegneria ed il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria.

L’iniziativa è parte di un progetto di ricerca industriale finanziato dalla nota casa automobilistica tedesca Audi, all’interno del programma SUGAR11, coordinato dal prof. Larry Leifer dell’Università di Stanford (USA). Attraverso questo programma alcune tra le più importanti aziende a livello mondiale (Audi, Panasonic, Swisscom, etc…) si sono proposte di finanziare progetti di ricerca che coinvolgono direttamente gli studenti. La facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia è l’unica struttura accademica italiana inclusa in questo network internazionale, che comprende le migliori università nel mondo, coordinato da Stanford University.

“L’inclusione della nostra facoltà all’interno di questo network internazionale – sostiene il prof. Eugenio Dragoni, Preside della Facoltà – è certamente fonte di orgoglio per tutti noi ed è un’ opportunità straordinaria per i nostri studenti dei corsi di laurea specialistica in ingegneria gestionale e ingegneria meccatronica. Attraverso questo programma i ragazzi possono fare esperienze di confronto con altri studenti a livello internazionale su problemi reali posti dalle aziende. Questa opportunità, oltre a contribuire alla crescita umana e culturale, produce una volta conclusi gli studi occasioni di lavoro molto interessanti. Per questo motivo è nostra intenzione moltiplicare simili opportunità attraverso il coinvolgimento di aziende del territorio e nazionali”.

Quest’anno il progetto prevede la partecipazione di sette studenti, di cui quattro della facoltà di ingegneria di Reggio Emilia e tre della School of Management (SoM-HSG) dell’Università di St. Gallen (Svizzera), che avranno modo di trascorrere un periodo di studio e stage presso le aziende coinvolte.

I sette giovani selezionati devono cimentarsi su di un tema lanciato dalla casa automobilistica tedesca riguardante l’innovazione nel rapporto tra auto e social network. Audi vorrebbe che da questo progetto scaturisse un prototipo funzionante per rimanere connessi ai propri network mentre si guida. Agli studenti è richiesto di collaborare applicando l’approccio del Design Thinking, metodologia molto utilizzata negli atenei anglosassoni ove è consolidata l’idea che il processo creativo fornisca un elevato valore aggiunto alle strategie aziendali e garantisca risultati qualitativamente alti nell’ideazione di nuovi servizi e prodotti.

Anche tra gli atenei italiani si sta diffondendo l’idea che il processo creativo sia favorito da ambienti e spazi adeguati e per questo il progetto ha previsto l’allestimento di uno spazio specifico, ritagliato a misura degli studenti.

Il progetto prevede che gli studenti, coordinati dal docente, ing. Matteo Vignoli, oltre a collaborare a distanza, abbiano scambi di visite a Palo Alto, presso la Stanford University, a St. Gallo, in Svizzera e a Reggio Emilia. Il primo incontro a Reggio Emilia si è tenuto nei giorni scorsi ed ha permesso ai ragazzi di lavorare intensamente al loro challenge con la presenza anche di ricercatori della casa automobilistica tedesca. Il team è stato ospitato dall’Associazione Industriali Reggio Emilia all’interno di un Workshop e ha visitato due realtà industriali di eccellenza: la Landi Renzo e la Lamborghini.

“Ciò che accomuna tutti – spiega l’ing. Matteo Vignoli, supervisore del progetto – è la passione verso un percorso di scoperta che coinvolge gli studenti fin dalla fase di ideazione e anche l’opportunità di lavorare insieme ai docenti e all’impresa fino alla realizzazione di una soluzione/ prototipo funzionante. Nel caso specifico Audi ha ritenuto che i nostri ragazzi avessero le competenze e la creatività per trovare una soluzione al bisogno di comunicare in mobilità. Audi, osservando i propri utenti ha constatato che molti di loro, in auto, usano il cellulare per telefonare, inviare sms e navigare in internet. Oggi, molte di queste funzioni sono già supportate all’interno delle auto che utilizzano le migliori tecnologie. Ciò che ancora non si conosce è come integrare il mondo dell’auto con quello dei social network in modo non banale e soprattutto sicuro”.