A nome di tutte le associazioni che hanno dato vita al Comitato modenese “L’Italia sono anch’io”, dei 7.100 modenesi che hanno sottoscritto le proposte di legge per riformare la legge sulla cittadinanza esprimiamo viva soddisfazione per la storica sentenza che il giudice di pace Dott. Cavazzuti ha emesso e che rende obbligatoria la scarcerazione di Andrea e Senad perché la legge Bossi-Fini non può essere applicata a coloro che sono nati in Italia.

“Siamo di fronte – dichiara Greta Barbolini a nome del comitato L’Italia sono anch’io – ad una sentenza che conferma un principio fondamentale e largamente condiviso dall’opinione pubblica: chi nasce e vive in Italia non può essere trattato da straniero; chi è nato e cresciuto in Italia non deve sottostare alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione e quindi non deve essere trattenuto al CIE. Siamo orgogliosi del fatto che proprio dalla nostra città arrivi una risposta di civiltà che riguarda il caso di Andrea e Senad, ma ha una portata di livello nazionale. Da oggi gli oltre 500.000 giovani nati in Italia – e i familiari con loro – non devono più temere di venire improvvisamente detenuti in un Centro di identificazione e/o espulsi. La sentenza è un punto fermo di cui ci auguriamo anche il Parlamento voglia tener conto per calendarizzare in tempi rapidi la proposta di legge di iniziativa popolare presentata pochi giorni fa che vuole riformare la legge sulla cittadinanza per coloro che nascono in Italia da genitori stranieri facendo valere il principio dello “ius soli”.

L’esperienza di Andrea e Senad, trattenuti per quasi due mesi al CIE di Modena non sarà facile da superare. Da questa triste vicenda però, anche grazie all’impegno dell’Avvocato Lugari e della diffusa mobilitazione a favore della liberazione dei due ragazzi, si scrive un capitolo storico su una nuova definizione di cittadinanza“.