Considerazioni rispetto le aperture domenicali e festive di negozi e supermercati, dei sacerdoti delle comunità cristiane di Sassuolo e della Valle del Secchia.

Dal momento che in questi giorni diverse realtà politiche e sociali hanno preso posizione sulla questione delle aperture domenicali e festive, anche come sacerdoti della città di Sassuolo e del vicariato della Valle del Secchia ci sentiamo di dire qualcosa in proposito dato il coinvolgimento anche di ordine religioso che la cosa comporta. Già da alcuni anni la Chiesa cattolica, nei suoi diversi organismi, ha fatto diversi pronunciamenti riguardo alla questione delle aperture domenicali e festive di negozi e supermercati riscontrando diversi elementi di criticità su questa situazione.

È notizia recente che anche nel giorno del Lunedì Santo, “Pasquetta”, in seguito alla liberalizzazione delle aperture promossa dal nostro Governo, alcune realtà di negozi o supermercati sceglieranno di tenere aperto. Salva la libertà concessa dalla legge, ci sembra comunque che questo sia sentore di un pensiero diffuso, che come Chiesa non ci sentiamo di condividere. Altrettanto dicasi rispetto a questioni simili che riguardano grandi manifestazione sportive o ludiche, che ben poco hanno di semplice e genuino e tendono sempre più a diventare motivo di introito economico e svago fine a se stesso.

Il primo aspetto riguarda il fatto che in questo modo, soprattutto per i lavoratori che vogliono celebrare le festività, questo viene reso certamente più complicato; lo stesso problema riguarda i giorni delle aperture domenicali, svilendo in questo modo il senso religioso della festa e della domenica.

Inoltre non condividiamo, come Chiesa, la visione di uomo che si può nascondere dietro a questo aspetto, cioè un uomo “economicus”, dedito interamente al fare e al produrre e al consumare, con il risultato che si restringono sempre di più gli spazi per il riposo, il tempo per la vita di famiglia, la socializzazione disinteressata e prolungata, la distensione del corpo e dell’anima attraverso lo stacco dagli impegni e la riflessione e anche la preghiera sia per i cristiani, che per persone di altre confessioni religiose.

E da ultimo nutriamo diversi interrogativi sul modello economico: cioè, una società ritmata da esigenze solo economiche, che rischiano di diventare sempre più distruttive del valore della persona. L’uomo viene così ridotto a un consumatore di merci e di beni, che non cambiando i nostri stili di vita, inducono sempre più a pensare che solo “avendo” riusciamo a migliorare la nostra condizione e a “salvare” la nostra vita. In realtà sono l’essere e i valori positivi che possono radicalmente cambiare e far progredire la persona e la società e non invece una finanza e una economia sempre più ingiuste e disancorate dalla morale.

In questo senso non possiamo che riaffermare il nostro richiamo affinché gli spazi di libertà e mediazione tra tutti gli attori politici, sociali ed economici portino a dei ripensamenti nelle scelte e a un nuovo modello di società ed economia più rispettoso del bene della persona.

(I sacerdoti delle comunità cristiane di Sassuolo e della Valle del Secchia)