Il sindaco Armando Cabri e la giunta comunale vogliono rendere partecipi tutti coloro che sono, e si sentono orgogliosi di essere italiani e cittadini del comune di Polinago di un evento particolare: “Mongolfiere… per ricordare”. Questa manifestazione organizzata dall’Associazione Calabra Savuto in Volo, dalla quale siamo stati invitati a partecipare alla parte inaugurale che avrà luogo nei giorno di Sabato 28 Aprile e proseguirà fino a martedì 1 maggio, consiste in uno spettacolare volo di mongolfiere per ricordare fatti che accomunano noi e altri paesi con la Calabria, specialmente con le provincie di Catanzaro e Cosenza, ed un gran numero di paesi dislocati nella valle del Savuto e nella fascia Presilana.

Cosa accomuna questi paesi a noi? Perché proprio il nostro comune è stato invitato a questa manifestazione?

Il 7 -8 settembre del 1905 alle 2.45 una violentissima scossa di terremoto, durata 40 secondi, porta distruzione e lutto in quelle zone. Gli Emiliano –Romagnoli accorsero in aiuto delle popolazioni e si adoperarono per la ricostruzione di case e scuole in alcuni paesi compreso Santo Stefano di Rogliano. In quei momenti, con strade quasi impraticabili, problemi di povertà e di disagio sociale, gli abitanti dell’Emilia Romagna soccorsero in tempi record i Calabresi in difficoltà, con semplicità, senza risparmiarsi, diedero un esempio di generosità e spirito di fratellanza davvero incomparabile. Anche Polinago portò il suo contributo concreto.

Nella società odierna dove i veri valori vanno ad affievolirsi sempre più, e l’individuo pensa sempre più a se stesso, non possiamo che riflettere su questi fatti che possono insegnare molto a tutti noi. Solidarietà, aiuto, voglia di dedicare anche un piccolo gesto a chi ne ha bisogno, oggi come allora sono le basi del futuro. All’inizio del 900, nei nostri territori di montagna c’era una situazione di miseria vera che attanagliava tante famiglie ma, anche in quelle situazioni difficili, i nostri avi Polinaghesi non hanno esitato a compiere il loro gesto di generosità verso i fratelli Calabresi che oggi pubblicamente viene riconosciuto e per il quale veniamo, anche dopo tanto tempo, ringraziati.