Neppure le difficoltà del momento possono giustificare un atto di intimidazione come quello di cui è stato fatto oggetto l’assessore di Finale Emilia Angelo d’Aiello: il segretario provinciale del Pd Davide Baruffi e il responsabile Pd dell’Area Nord Massimo Michelini esprimono preoccupazione e sostegno a d’Aiello, si appellano alle forze dell’ordine affinché vengano individuati al più presto gli autori e si rivolgono ai finalesi perché tengano alta la soglia dell’attenzione a tutela di quel “capitale sociale” rappresentato dai singoli che si mettono al servizio della comunità. Ecco la loro dichiarazione:

«Una molotov rudimentale gettata contro l’auto dell’assessore finalese Angelo d’Aiello, un gesto inquietante, che fa di un amministratore locale un bersaglio, e che non può non preoccupare l’intera comunità locale. Sul merito dell’episodio, naturalmente, dovranno fare piena luce le forze dell’ordine. Noi chiediamo che si possano individuare in tempi rapidi gli autori di un atto che vuole essere di intimidazione, minaccia e aperta sfida alle istituzioni. Non è ammissibile che un amministratore possa diventare, proprio per il suo impegno civico e al servizio della sua comunità, un possibile bersaglio. Certo il momento è difficile, ma non può passare sotto silenzio che l’esasperazione dei singoli si trasformi impunemente in intimidazione contro amministratori che, soprattutto nei piccoli Comuni, si trovano in prima linea con pochi strumenti e poche risorse. Chi fa l’amministratore a questi livelli lo fa, essenzialmente, per passione civile e spirito di servizio verso la propria comunità: tanti oneri e, davvero, pochi onori. Ma proprio per questo la comunità di Finale Emilia deve tenere alta la soglia di attenzione e fare in modo che questo vero e proprio “capitale sociale”, che è l’impegno civico dei propri amministratori, venga preservato e rispettato. Ad Angelo d’Aiello e alla sua famiglia va la nostra piena solidarietà; all’amministrazione comune di Finale Emilia il nostro convinto sostegno perché prosegua il lavoro a favore della comunità: atti barbari e vili di questa natura non possono e non debbono pregiudicare le ragioni dell’impegno individuale e collettivo a favore della comunità».