A livello internazionale, negli ultimi anni il modello cooperativo sta registrando uno sviluppo veramente importante testimoniato dai numeri: sono più di 100 milioni le persone occupate nelle imprese cooperative mentre i soci raggiungono quota 1 miliardo. Le prime 300 cooperative nella graduatoria mondiale sviluppano un fatturato complessivo di 1.600 miliardi di euro, superiore all’intero PIL di un paese come il Canada; in Argentina il 58% dell’elettricità in area rurale è fornita da cooperative; in Colombia una sola cooperativa fornisce servizi sanitari di base al 15,5% della popolazione; in India il 67% delle famiglie rurali sono servite da cooperative. “Alla luce di questi dati così eloquenti – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Maurizio Gardini, aprendo i lavori del convegno “Le imprese cooperative costruiscono il mondo” promosso dall’Organizzazione – si può quindi affermare che davvero le imprese cooperative contribuiscono a migliorare il benessere sociale, sostenere lo sviluppo e mantenere l’occupazione, elementi che hanno indotto l’Organizzazione delle Nazioni Unite a dichiarare il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative e la FAO a intitolare la Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno ‘Le cooperative agricole nutrono il mondo’”.

“Anche in futuro – prosegue Gardini – la cooperazione potrà mantenere e rafforzare questo importante ruolo se saprà puntare su tre pilastri: riconoscimento, responsabilità e rigenerazione. Se il riconoscimento è un obiettivo ormai raggiunto, in particolare negli ultimi tempi quando la pesante crisi economica globale ha rilanciato il modello cooperativo mettendone in luce la diversità rispetto alle altre forme imprenditoriali, la responsabilità deve guidare sempre più l’azione delle cooperative a vantaggio dei soci e delle comunità locali ed internazionali con un orizzonte di lungo periodo. La rigenerazione infine deve coinvolgere attivamente le forme di partecipazione alla vita associativa e il dialogo tra generazioni puntando con decisione sull’innovazione”.

Il convegno è poi proseguito con la presentazione di alcune esperienze cooperative di successo suddivise in tre gruppi diversi: le prime realtà, riguardanti il tema “Le cooperative per il benessere dell’uomo” sono state introdotte da Giuseppe Alai, vice presidente di Confcooperative Emilia Romagna, che ha ricordato come la cooperazione abbia la caratteristica di produrre ricchezza e poi ridistribuirla collegando direttamente i mezzi di produzione ai risultati. È poi intervenuto Everardo Minardi, presidente della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche di Faenza (Ra), istituzione che si propone di orientare i giovani all’impresa cooperativa e realizzare iniziative di formazione, di studi e di ricerca sulle esperienze e le prospettive di sviluppo della cooperazione nell’ambito dei processi di globalizzazione economica e delle problematiche della giustizia sociale. Minardi ha affermato che “in questo periodo di crisi è urgente costruire risposte partecipate alle domande dei più deboli e dare speranza alle giovani generazioni”. Vanno in questa direzione le interessanti esperienze di Microcredito messe a punto recentemente dalla Fondazione: stiamo parlando dell’iniziativa “Microcredito per i giovani”, che intende favorire l’avvio al lavoro degli under 35 residenti a Bologna e provincia attraverso una convenzione siglata con Emil Banca e con l’Associazione di Promozione Sociale ‘Fare Lavoro’, e del “Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese”, un progetto di finanziamento per sostenere le famiglie in precarie condizioni economiche frutto dell’accordo tra la Fondazione, il Credito Cooperativo ravennate e imolese e diverse Associazioni, Enti pubblici, Caritas Diocesane.

Luca Pagliacci, direttore marketing dell’Orogel di Cesena (Fc), ha invece illustrato i plus di questo grande Gruppo a cui aderiscono oltre 2.000 soci produttori che coltivano ogni giorno in Italia i terreni più vocati, uniti da un obiettivo comune: offrire la migliore varietà di prodotti ortofrutticoli freschi, trasformati e surgelati. Alla base del successo di Orogel c’è il costante impegno nella ricerca, nello sviluppo tecnologico, nella valorizzazione della cucina italiana e nel rispetto della natura e delle sue regole. Il presidente Alberto Ioli ha quindi presentato la SAIGI di Sant’Arcangelo di Romagna (Rn), una cooperativa di allevatori leader in Italia nella produzione di quaglie allevate a terra che garantisce un’opportunità di lavoro a circa 70 persone nella collina romagnola. La massima attenzione alla qualità e la continua innovazione dei prodotti rendono SAIGI partner delle maggiori insegne distributive italiane.

La seconda sessione, dedicata al tema “Bisogni nuovi, bisogni di sempre”, è stata introdotta da Mons. Adriano Vincenzi, incaricato Confcooperative per la CEI, che ha ricordato come se la cooperazione è forte dell’esperienza del passato per il futuro deve promuovere sempre più, oltre all’idea di sistema, anche il pensiero cooperativo. Per Mons. Vincenzi le cooperative ed i cooperatori devono essere riconosciuti per il loro agire che deve essere espressione dei valori fondanti e teso a dare una risposta alle necessità delle persone. I riflettori si sono accesi poi sul Gruppo Colser di Parma, presentato dal presidente Cristina Bazzini: una realtà, leader nei servizi di pulizia e igiene ambientale e movimentazione merci, trasporto e manutenzione del verde, fortemente legata al territorio che mette in campo una forza lavoro di 5.000 persone tra soci e dipendenti e conta un fatturato di oltre 110 milioni di Euro, con una presenza estesa sull’intero territorio nazionale. Il presidente Mauro Ponzi ha invece presentato il Consorzio di Solidarietà Sociale Oscar Romero di Reggio Emilia che promuove una visione imprenditoriale in cui il lavoro e il servizio sono concepiti come strumento di vera promozione della dignità umana e di integrazione sociale. Nell’ottica della strategia di sussidiarietà e di valorizzazione del patrimonio, il Consorzio ha presentato il progetto di investimento per il recupero della ex polveriera di Reggio Emilia, che prevede la trasformazione di questa ex area militare in un moderno e funzionale polo per i servizi sociali inaugurando una nuova stagione sociale per le politiche di riqualificazione urbana. Ha poi preso la parola Samuele Bertoncini, presidente della cooperativa sociale Des Tacum di Piacenza nata nel 2011 con l’obiettivo di promuovere una visione integrata del territorio, che valorizzi l’elemento umano e relazionale, muovendosi però all’interno di dinamiche prettamente economiche ed efficienti, nella convinzione che un’Economia Solidale, incentrata anche sulle relazioni invece che sul solo profitto, sia alla base delle scelte future che le società civili dovranno assumere. Il progetto intende restituire valore al mondo agricolo rendendo i vari attori più consapevoli del legame con la terra.

Felice Scalvini, presidente di Cooperatives Europe, ha infine coordinato la sessione dedicata al tema “Radici locali, legami globali” sottolineando che dobbiamo considerare il 2012 come l’anno dell’orgoglio cooperativo e che il prossimo dovrà essere il decennio cooperativo in quanto grazie anche alla innata capacità di fare rete la cooperazione continua a creare opportunità di lavoro maggiori rispetto agli altri modelli imprenditoriali. Scalvini ha poi affermato che “la globalizzazione è soprattutto conoscenza e pertanto dobbiamo esportare idee e modelli ed importare le esperienze cooperative di successo realizzate negli altri paesi”. Il presidente Secondo Ricci ha presentato Caviro di Faenza (Ra): azienda leader del settore vitivinicolo nazionale con una quota di mercato a valore dell’8,1%, conta 34 cantine socie, oltre 13.500 viticoltori, una superficie superiore ai 31.200 ettari, un fatturato 2011 di 250 milioni di euro, un volume di vendite pari, sempre nel 2011, a 181 milioni di litri di vino, una capacità produttiva di 240 milioni di litri. Il direttore Marco Benassi ha invece illustrato le finalità del CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura), fondato a Bologna nel 1972 e da sempre promotore dell’idea di una cooperazione internazionale fortemente basata sul modello cooperativo, soprattutto nel mondo agricolo, con rilevanti risultati in termini di riduzione della povertà, aumento dell’occupazione e crescita sociale. Infine la presidentessa Sara Bonacini ha presentato l’attività della cooperativa sociale Mediando di Modena, che si occupa di gestione di conflitti famigliari, di vicinato, aziendali e scolastici, formazione sui temi della mediazione e gestione di conflitti per enti pubblici e aziende, start-up di centri di mediazione dei conflitti sociali. Nell’ambito della formazione, Mediando ha definito, assieme ad Irecoop Modena, una proposta rivolta ai carcerati con un corso di banquetting per gli uomini e di sartoria per le donne: tutto ciò al fine di far emergere e valorizzare le energie positive e le potenzialità migliori di ogni persona in qualsiasi luogo e condizione si trovi.

Daniele Quadrelli, direttore della Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo, ha espresso la propria piena condivisione in merito all’importante percorso di riforma e rinnovamento annunciato dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna. Una scelta che testimonia il dinamismo e la modernità dell’organizzazione. “L’età – ha aggiunto Quadrelli – è un dato anagrafico e nella vita si diventa realmente vecchi quando si smette di credere di poter cambiare e si inizia a pensarere di aver imparato tutto”.

L’importanza della cooperazione è stata ribadita anche dall’Assessore regionale alle Attività Produttive, Giancarlo Muzzarelli, che ha ricordato come ci sia bisogno di cooperare di più come testimonia la drammatica esperienza del terremoto. L’Assessore ha poi sottolineato che il sistema cooperativo – portatore di valori quali la responsabilità, il sacrificio e la mutualità – può contribuire concretamente al superamento della crisi ed allo sviluppo dell’Emilia Romagna.