SettimanaPMI-13-12-12“… dal 1945, il popolo italiano ha acquistato diritto al voto. È nata così la democrazia rappresentativa che fa sì che tu deleghi un partito, che sceglie una coalizione, che sceglie un candidato, che tu non sai chi è e che tu deleghi a rappresentarti per 5 anni. E che se lo incontri, ti dice, giustamente, lei non sa chi sono io”. Sono le più che mai attuali parole di Giorgio Gaber, come sempre cariche di intelligente ironia, ad aprire, in video, l’incontro di ieri sulla riforma del Titolo V, il riordino delle Provincie e i poteri delle amministrazioni locali. Il convegno, organizzato e ospitato da Apmi Modena-Confimi nell’ambito delle iniziative della “Settimana della Pmi”, ha coinvolto politica e imprese in un intenso dibattito, nel corso del quale dagli imprenditori presentiti è arrivato un deciso stimolo a che venga concretizzata una politica industriale seria, pena la disfatta del nostro sistema produttivo. Se il tema dell’incontro “Tornare indietro per andare avanti? Riforma del Titolo V, autonomie locali, efficienza della Pubblica Amministrazione” pareva lontano dal mondo delle aziende, è emerso come non lo sia affatto e come il meccanismo di deleghe e potere legislativo influisca pesantemente nell’attività quotidiana. Al tavolo dei relatori, il presidente di Apmi Modena-Confimi, Dino Piacentini, quello della Provincia di Modena Emilio Sabattini, insieme al parlamentare Mauro Libè, capogruppo Udc alla Commissione affari costituzionali e responsabile nazionale del Dipartimento Enti locali Udc.

“Mi auguro che non si debba tornare indietro – ha spiegato l’On.le Libè, con riferimento al titolo dell’incontro – credo che la politica abbia sbagliato il modo di affrontare il cambiamento che è stato sempre interpretato come uno scontro. Non deve essere così. Ci sono diversi temi che vanno affrontati, a partire dall’energia, che alle nostre imprese consta il 30% in più rispetto ai competitors europei, alle infrastrutture, di cui l’Italia ha bisogno ma che faticano ad essere deliberate per via del labirinto di poteri e deleghe ai diversi enti preposti. Eppure dobbiamo essere collegati al mondo, la politica deve avere il coraggio di portare avanti le scelte che compie. Serve un’urgente riforma dell’assetto dello Stato, io sono un sostenitore dell’abolizione delle Provincie, non è una mera questione di costi, ma il problema di una macchina pesante, composta da troppi livelli decisionali. Dobbiamo stare a fianco delle imprese ed essere capaci di premiare le eccellenze; serve un progetto di sviluppo e una politica in grado di dare risposte”.

Molto coinvolti e “agguerriti” gli imprenditori presenti, che si sono detti stanchi di sentirsi ripetere l’analisi su ciò che non va. Il richiamo della platea è stato dunque a una politica della responsabilità, maggiormente consapevole di quanto sta accadendo: “Se non cambia qualcosa, le imprese, oppresse dalla troppa burocrazia e dall’imposizione fiscale, saranno costrette a chiudere o a delocalizzare all’estero dove, da più paesi, siamo corteggiati con l’offerta di condizioni decisamente vantaggiose. Le conseguenze per il nostro territorio sarebbero tragiche in entrambi i casi”.

Gli stessi argomenti sono stati espressi anche dal presidente di Apmi Modena-Confimi Piacentini, il quale ha esordito citando un articolo di Luigi Einaudi risalente al 1944, e in cui indicava la strada per snellire la burocrazia. “È ora, e anzi, siamo già in ritardo, di definire chi fa cosa – ha affermato Piacentini – dalla nascita delle Regioni la pressione fiscale è raddoppiata per poi crescere ancora con l’entrata in vigore del Titolo V. Questo carico non riusciamo più a pagarlo, bisogna trovare un assetto che costi meno e bisogna farlo in fretta. Quello che chiediamo alle istituzioni e alla politica è prendere una direzione e portarla avanti. Gli imprenditori hanno sempre pensato a lavorare, facendo forse il grave sbaglio di disinteressarsi alla politica; chi aveva il potere di farsi ascoltare erano i grandi gruppi che rappresentavano pochi ma enormi interessi. Invece il 98% del tessuto produttivo del Paese è formato da piccole e micro imprese, che sono state capaci di fare il miracolo italiano e che la politica ha il dovere e l’urgenza di sostenere con una seria e responsabile impostazione di politica industriale”.

Secondo il Presidente della Provincia Sabattini, oggi, per fare alcune scelte occorre mettere mano alla Costituzione. “In questo dibattito manca il “convitato di pietra” che è l’Europa: la vera sfida sta nel trasferirle pezzi di sovranità. Al tempo stesso dobbiamo mantenere unito il Paese: la competizione tra i diversi territori che non ci porta ad andare lontano. Quanti sono gli aeroporti in Italia, quanti gli enti fieristici, i corpi di polizia, i tribunali? Dobbiamo intervenire su questi elementi. Il progetto di abolizione delle provincie è saltato, ma era vuoto e tutto da scrivere”. “Quanto alla rappresentanza – ha concluso Sabattini – il problema non è solo ridurre, ma anche chiarire competenze e responsabilità. Dobbiamo fare scelte efficaci, altrimenti ci verranno dettate dagli altri paesi europei con i quali non riusciamo a stare al passo”.