Apprendiamo del parere ufficiale del Segretario Generale del Comune in merito alla possibilità di accorpare la consultazione referendaria alle elezioni politiche nazionali del 24 e 25 febbraio. 

Innanzitutto cogliamo l’occasione per sottolineare come, ancora una volta, il Comitato referendario sia stato tenuto all’oscuro di atti che lo riguardano direttamente e sia costretto ad attendere i lanci di stampa.

Nel merito: riteniamo si tratti di un parere decisamente incoerente, largamente contraddittorio e di dubbia fondatezza giuridica. 

Il parere del Segretario Generale non chiarisce in alcun modo perché mai sarebbe interesse dell’Amministrazione Comunale circoscrivere le possibilità di svolgere il referendum consultivo essendo esso un istituto protetto dalla nostra Costituzione in quanto  mezzo per esercitare un diritto fondamentale di partecipazione politica e insieme strumento di espressione della sovranità popolare.

Il nostro dubbio ora come prima è sempre lo stesso: “non è che la posizione del segretario, dopo quella del Sindaco, nascondano manovre dilatorie tese a trovare un modo, a questo punto pur che sia, per cancellare una consultazione cittadina che potrebbe mettere in discussione scelte di governo avversate dai cittadini ma ritenute indisponibili dall’Amministrazione?”

Lo Statuto e il Regolamento comunale affermano che l’ultima parola spetta al Sindaco di Bologna in quanto garante del diritto di partecipazione popolare dei cittadini:

il Comitato promotore invita ancora una volta il Sindaco di Bologna ad attenersi al suo dovere istituzionale di compiere l’atto di indizione e per le ragioni dette sopra, di fissare la data della consultazione popolare nei giorni 24 e 25 febbraio 2013.