Una pratica che ha già menomato circa 140 milioni di bambine e donne in tutto il mondo, e che ogni anno ne vede altre 3 milioni a rischio. Sono le mutilazioni genitali femminili, presenti anche in Italia, seppure in modo sommerso. Il punto sulle modalità con cui i servizi socio-sanitari affrontano il fenomeno di questa pratica, crudele e cruenta, sugli interventi di formazione, informazione e sensibilizzazione verrà fatto domani, mercoledì 6 febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, durante il convegno “L’approccio dei servizi socio-sanitari alla pratica delle MGF tra modello terapeutico, preventivo, salutogenico”. L’appuntamento, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Ausl di Bologna, è alla Terza Torre della Regione, viale della Fiera 8, dalle 8.30 alle 12.45. Durante il convegno verranno presentati i risultati di una ricerca che ha coinvolto numerosi partner, nazionali e internazionali, tra cui Regione Emilia-Romagna, ong Aidos, Oms, Amnesty International e l’International Centre for Reproductive Health dell’Università di Ghent. La ricerca ha sondato le rappresentazioni sociali della pratica in tre popolazioni target: donne immigrate, donne italiane e operatori socio-sanitari. Al convegno saranno presenti, tra gli altri, Teresa Marzocchi (assessore regionale alle Politiche sociali), Elise Johansen (World Health Organization – HQ) di Ginevra, Els Leye (Università di Ghent), Monica Minelli (direttore del Dipartimento delle Attività Socio-Sanitarie dell’Azienda Usl di Bologna).