Prosegue lunedì 11 marzo 2013 il corso di Economia Politica della Libera Università Popolare (LUP) di Reggio Emilia dedicato a “Un altro mondo possibile: oltre il dominio del finanzcapitalismo” con Paolo Cacciari, giornalista e saggista, che terrà una lezione su “La società dei beni comuni: un’alternativa al mercato”?

Fratello del più noto Massimo (filosofo e già sindaco di Venezia), Paolo Cacciari ha alle spalle una lunga storia di militante del PCI prima e di Rifondazione comunista poi, consigliere comunale e assessore del Comune di Venezia, consigliere della Regione Veneto e parlamentare nella breve legislatura dell’ultimo governo Prodi. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare a sviluppare il tema della decrescita e dei beni comuni, organizzando la III Conferenza internazionale sulla decrescita di Venezia del settembre 2012 e pubblicando vari saggi in merito: Pensare la decrescita. Equità e sostenibilità (2006), Decrescita o barbarie (2008), La società dei beni comuni (2011), Viaggio nell’Italia dei beni comuni (2012), “Decrescita, beni comuni, lavoro”, in: Immaginare la società della decrescita (2012).

Nel quadro di profonda crisi economica e sociale attuale, la proposta di una decrescita scelta, attiva, mirata e selettiva si va delineando come una possibile alternativa alla inevitabile crisi di un modello di sviluppo distruttivo come quello capitalistico, giunto ormai a fine corsa e incompatibile con i limiti della sostenibilità ecologica e sociale. Il progetto della decrescita contiene valenze propositive se vista come azione di riappropriazione dei beni essenziali alla preservazione della vita e della creazione di relazioni umane consapevoli, vitali, più armoniose e capaci di proiettarsi nel futuro. In questa logica, cominciano a fiorire isolati ma significativi esperimenti dal basso di altra economia e di altra società, di economia sociale, solidale, civile. Non orientata al profitto, ma alle relazioni e alla produzione di beni con un effettivo valore d’uso. I Gruppi di Acquisto Solidali ne sono l’esempio forse più conosciuto. Ma le esperienze non si fermano all’agricoltura biologica e si estendono anche ad altre categorie di beni: scarpe, vestiario, servizi alla persona, banche del tempo, mutuo aiuto, condivisione di mezzi di trasporto, di abitazioni, di luoghi e strumenti di lavoro a partire dai software. Cosa hanno in comune tutte queste realtà che si stanno generando? Si tratta di esperienze che ci dicono che un’altra società, una green society, sarebbe non solo possibile, ma anche migliore.

L’iniziativa si terrà sempre presso l’aula 7 al II piano della sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia in Viale Allegri, 9 a Reggio Emilia dalle 17,30 alle 19,30. Per informazioni: lup.re@libero.it.