Il forte interessamento delle istituzioni, Provincia e Comune di Bomporto, a seguito dello sciopero del 27 marzo dei lavoratori della Moreno Macchine Utensili di Bomporto, ha permesso di avviare un’importante tavolo di confronto in Provincia per poter risolvere la complessa vicenda della chiusura dell’azienda. Purtroppo il confronto istituzionale si scontra con l’assenza di risposte dell’azienda e l’anacronistica lentezza della giustizia italiana.

L’azienda al tavolo con l’assessore provinciale Ori e il sindaco Borghi si era resa disponibile a trovare ogni soluzione per agevolare la ricollocazione dei lavoratori e limitare l’impatto della chiusura. Ma nei successivi confronti con Rsa e Filcams/Cgil non ha fornito alcuna risposta trincerandosi dietro le risposte che devono arrivare dal Tribunale.

Innanzitutto, i tempi del Tribunale non ci sembrano essere stati agevolati dalla presentazione del concordato per liquidazione il 10 aprile 2013, invece della data indicata inizialmente dall’azienda al 20 marzo 2013.

Inoltre, si è chiesto che venga aperta con estrema urgenza una mobilità volontaria che consenta ai lavoratori che hanno già buone prospettive occupazionali di ricollocarsi velocemente in altre realtà aziendali.

Rsa e sindacato hanno chiesto di aprire una cassa integrazione in deroga che copra gli apprendisti in forza, al momento non coperti dagli ammortizzatori sociali.

Abbiamo chiesto che possano essere smaltite le ferie ed i permessi arretrati, in alcuni casi anche più di 70 giornate lavorative, al fine di poter mitigare il ricorso alla cassa integrazione e garantire uno stipendio decoroso in questi difficili mesi.

Nessuna risposta è arrivata!

Non riusciamo a trovare aperture da parte di una ditta che continua a dirci che nulla può fare, in quanto tutto dipende dal Tribunale.

Non riusciamo a trovare risposte da una procedura concorsuale che non ha ancora portato alla nomina di un commissario giudiziale per dar seguito alle nostre richieste.

Ogni giorno viene detto ai lavoratori che quello successivo sarà quello buono per avere risposte.

Intanto il tempo passa e i lavoratori che potrebbero accedere alla mobilità per ricollocarsi più agevolmente perdono le opportunità lavorative, gli apprendisti non hanno la copertura degli ammortizzatori sociali in deroga e la cassa integrazione per procedura concorsuale non viene firmata in quanto manca la nomina del commissario giudiziale.

Questa non può essere giustizia in un Paese che vuole riemergere dalle macerie di una crisi economica e sociale senza precedenti.

I lavoratori vogliono risposte subito, l’azienda deve riprendere al più presto il confronto istituzionale ed essere disponibile a soluzioni condivise.