A Castelfranco Emilia (Modena) e Zola Predosa (Bologna) i gruppi del Carroccio hanno presentato un esposto alla commissione europea contro la legge regionale del 21 dicembre scorso che definisce le nuove aggregazioni territoriali (chiamate Ambiti territoriali ottimali), contestando “l’imposizione della volontà della Regione sui Comuni”. Secondo i rappresentanti territoriali del Carroccio l’operazione voluta dalla giunta Errani è in contraddizione con il Trattato di Maastricht, il protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità del trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997 e il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, oltre alla stessa Costituzione, che garantisce le “autonomie locali”.

“La Regione ha imposto una camicia di forza ai Comuni” ha detto il consigliere regionale Manes Bernardini in conferenza stampa in Comune a Castelfranco Emilia. “Questo esposto rappresenta il grido di dolore dei territori di fronte a imposizioni che espropriano i comuni della libertà di scelta”.

Secondo il responsabile enti locali della Lega Nord bolognese e capogruppo a Zola Predosa Francesco Lari “prima di procedere alla definizione del nuovo assetto istituzionale sarebbe stato necessario uno studio economico, senza il quale non si possono avere garanzie sui paventati risparmi nell’accorpamento dei servizi tra Comuni”. Lari ha contestato la fusione dei Comuni della Valsamoggia – anche se estranea alla legge regionale – “ma indicativa di una chiara volontà impositiva, stabilito che due Comuni (Savigno e Bazzano) hanno espresso voto contrario” e sono comunque confluiti nel maxi-municipio.

Il capogruppo leghista a Castelfranco Giorgio Barbieri ha invece sottolineato che si tratta di “un’iniziativa mai tentata prima”, “un’operazione di altissimo livello” per verificare se la Regione sia “nelle regole”. Barbieri, affiancato dalla coordinatrice della Lega Nord locale, Cristina Girotti Zirotti, ha illustrato il caso-Castelfranco: Comune che il 28 febbraio di quest’anno aveva deliberato, con San Cesario sul Panaro, l’unione a due, poi sconfessata dalla Regione, che ha imposto il proprio ‘Ambito territoriale ottimale’, allargato ai municipi di Bastiglia, Bomporto, Ravarino e Nonantola. “Chiaro esempio di invasione dei principi delle autonomie locali” ha rimarcato Girotti.