lavoroIl 2012 dell’artigianato: -7,3 per cento, andò peggio solo nel 2009. L’ultimo trimestre si è chiuso con un bilancio dei più negativi, produzione -9,3 per cento.

A pagare uno dei prezzi più cari alla crisi sono ancora una volta gli artigiani. Il 2012 si è chiuso con un calo della produzione pari al -7,3 per cento: andò peggio solo nel 2009. L’ultimo trimestre si è concluso con un bilancio dei più negativi, produzione -9,3 per cento, per le difficoltà del mercato interno, che assorbe gran parte della produzione. A 2012 le imprese attive erano 31.403, 770 in meno (-2,4 per cento) in dodici mesi. Queste le principali indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.

L’andamento congiunturale del trimestre è stato peggiore di quello dei tre mesi precedenti. Il fatturato, valutato a prezzi correnti, è sceso del 9,2 per cento, la produzione è diminuita del 9,3 per cento e gli ordini acquisiti si sono ridotti del 9,9 per cento. La tendenza è in linea con quella nazionale. Le poche imprese con accesso ai mercati esteri ne hanno tratto solo un minimo sollievo. Il fatturato estero è aumentato dell’1,2 per cento, mentre gli ordini esteri sono rimasti invariati.

congiuntura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Su base annua il 2012 è stato un anno terribile, solo il 2009 aveva prodotto risultati peggiori. Il fatturato chiude con una variazione negativa del 7,4 per cento, la produzione con un calo del 7,3 per cento e la discesa degli ordini dell’8,3 per cento ha riflesso la tendenza al peggioramento. Magra consolazione, l’andamento congiunturale dell’artigianato nazionale è risultato anche peggiore, con un calo della produzione del 9,2 per cento. Nell’anno fatturato e ordini sui mercati esteri sono rimasti sostanzialmente invariati.

A fine anno le imprese attive dell’artigianato manifatturiero sono risultate 31.403, ne sono andate perdute 770, un calo del 2,4 per cento negli ultimi dodici mesi.