“Ennesima sentenza peer i congiugi di Massa Finalesei: assolti nuovamente. La storia di questa famiglia accusata di pedofilia fa ancora oggi paura perchè rappresenta come le certezze, quale poter amare, curare e vedere i propri figli, possano sgretolarsi in un attimo. La loro storia fece il giro d’Italia perché marito (operaio in ceramica) e moglie (insegnante), in un primo momento, furono accusati perfino di riti satanici nei cimiteri della bassa Modenese.

L’indagine, nata nel 1998 dal racconto di un bambino, coinvolse i parenti della coppia e anche un prete, morto di crepacuore e ‘assolto’ solo post mortem.

Leggendo gli atti ed i verbali degli interrogatori emerge un castello di carta impressionante. Basti pensare che il libro di Don Rovatti che raccoglie questi documenti non è stato più ristampato e diffuso dall’editore.

Ora più che mai non è accettabile e tollerabile il silenzio delle istituzioni locali. L’Ausl, i Servizi Sociali, il Comune di Mirandola e l’Unione dei Comuni cosa ne pensano della sentenza?

Qualcuno deve rispondere. Per 15 lunghi anni i Servizi Sociali, rispondendo alle tante interrogazioni, l’ultima in ordine di tempo della cons. Gabrielli, non hanno fatto altro che rimpallarsi le responsabilità e glissare sui quesiti posti. Nel frattempo, ogni anno, milioni e milioni di euro di denaro pubblico transitano dai bilanci comunali alle casse dei Servizi.

Chi può assicurarci che vicende come questa non riaccadano ancora? Non può e non deve rimanere tutto celato nel silenzio, chi amministra ha delle responsabilità. Oggi, dopo 15 anni, se le deve assumere.

(Antonio Platis, Capogruppo Pdl Mirandola)