“Ma quali legnate al boss Bernardo Provenzano, controllato 24 ore su 24 da poliziotti e telecamere. Il Corpo di Polizia penitenziaria è sano e composto da donne e uomini che svolgono questa delicata professione con professionalità, abnegazione e soprattutto umanità. È quindi quasi superfluo nascondere la grande amarezza che le notizie riportate oggi da alcuni quotidiani su presunte vessazioni e violenze al boss Provenzano nel carcere di Parma. La Polizia Penitenziaria in carcere rappresenta lo Stato e salva i detenuti, altro che botte: nel 2012 i detenuti si sono resi protagonisti di 7.317 atti di autolesionismo (e cioè ingestione di corpi estranei come chiodi, pile, lamette, pile; tagli diffusi sul corpo e provocati da lamette) e 1.308 tentativi di suicidio, tutti eventi critici che grazie all’intervento tempestivo dei nostri Agenti hanno impedito ben più gravi conseguenze. E a Parma i detenuti salvato in tempo dal suicidio sono stati 13 e 30 gli atti di autolesionismo. Questi dati sono importanti per far conoscere il duro, difficile e delicato lavoro che quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria svolgono con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità. Altro che legnate!”

Lo sottolineano Donato Capece ed Errico Maiorisi, rispettivamente segretario generale e vice segretario regionale dell’Emilia Romagna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione dei Baschi Azzurri, commentando alcuni articoli di stampa su presunte violente subite in carcere dal boss Bernardo Provenzano.

Capece e Maiorisi ricordano anche che il presunto suicidio messo in atto dal boss nel maggio del 2012 “fu in realtà un bluff, un maldestro tentativo di simulazione messo in atto per evitare di essere sottoposto ad una visita psichiatrica già programmata. Non a caso, le modalità del presunto tentativo erano avvenute in presenza del preposto di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza del detenuto. Siamo certi che i colleghi di Parma affronteranno comunque con serenità ogni accertamento che verrà disposto, ma in rappresentanza del primo Sindacato dei Baschi Azzurri torniamo a sottolineare che la Polizia Penitenziaria, a Parma e negli oltre 200 penitenziari italiani, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti”.