La Ferretti yacht azienda italiana leader nella produzione della nautica è stata acquisita, nel corso del 2012 ed a chiusura di una procedura concorsuale, dalla multinazionale cinese Weichai.

Una acquisizione, quella effettuata dalla Weichai, che aveva convinto le maestranze ed il sindacato perché definita strategica dal gruppo industriale cinese ed anche perché poneva seriamente le basi per un investimento di medio-lungo termine che consentisse il rilancio del gruppo.

Le aspettative sul progetto di rilancio avevano trovato conforto anche nella presentazione del piano industriale fatta dall’Amministratore Delegato del gruppo alle Organizzazioni Sindacali alla fine del 2012. Nel piano industriale, infatti, si prevedeva un importante investimento di rilancio dei marchi e dei prodotti Ferretti e contestualmente si garantiva sulla riconferma di tutti gli stabilimenti produttivi del Gruppo e sulla tenuta dei livelli occupazionali, ipotizzando perfino una crescita dell’occupazione a partire dal 2015.

Fillea, Filca e Feneal, apprendono in questi giorni che, al contrario di quanto sino ad oggi affermato in tutte le sedi (sindacali ed istituzionali) dalla proprietà del gruppo, non si escluderebbe la chiusura di alcuni cantieri con conseguenze drammatiche sul piano occupazionale e sulle stesse prospettive di rilancio della Ferretti.

Fillea, Filca e Feneal non comprendono le ragioni che avrebbero indotto la Weichai ad un così repentino cambio di strategia dopo le tante rassicurazioni dei giorni scorsi.

Ci chiediamo: Ritiene la proprietà davvero possibile avviare una fase di rilancio partendo da un ridimensionamento della capacità produttiva? Noi pensiamo che invece sia vero il contrario.

Le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno già chiesto un incontro urgente alla direzione aziendale ed alla Weichai per chiarire la loro posizione in merito agli stabilimenti del gruppo che si ritiene non possa essere incoerente con quanto fino ad oggi affermato. Contestualmente Fillea, Filca e Feneal si attiveranno con le istituzioni a tutti i livelli e con il Governo perché si ritiene vada contrastata qualsiasi ipotesi di destrutturazione o di trasferimento all’estero di una delle eccellenze del Made in Italy.

Il sindacato è e sarà in campo per difendere una delle più importanti imprese del settore a livello mondiale e per difenderne le professionalità presenti ed i livelli occupazionali.