cc_bo_2552013I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Bologna hanno arrestato S.C.T., trentacinquenne rumeno per atti persecutori. L’arresto è stato eseguito alle ore 19:45 circa di ieri sera, presso una trattoria ubicata in via Stendhal. E’ proprio lì che si trovava la vittima quando sono accaduti i fatti. La vittima, una ragazza che lavora come cameriera in quel locale, aveva già avuto diversi problemi col suo ex fidanzato, infatti, si era rivolta dapprima alla Polizia denunciandolo per due volte in Questura e poi ai Carabinieri per chiedere nuovamente aiuto. L’appello della donna era stato immediatamente raccolto, redigendo una informativa di riepilogo degli episodi di molestie subiti dalla giovane, in base alla quale il Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Andrea Scarpa, ha emanato un provvedimento diretto a tutelare la sua incolumità: un’ordinanza di applicazione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa. L’atto giudiziario era stato notificato al muratore lo scorso febbraio.

Purtroppo, i rancori nutriti dall’uomo verso la sua ex non sono stati soffocati neppure dall’intimazione contenuta nel provvedimento del giudice e si sono concretizzati ancora una volta ieri sera, quando l’uomo si è presentato nel locale urlando: “NON TI VOGLIO VEDERE CON NESSUN ALTRO… ALTRIMENTI NON SO COME VA A FINIRE!“. La donna, in preda al panico, ha immediatamente telefonato al Luogotenente Salvatore D’Elia, il Comandante della Stazione Carabinieri Bologna Porta Lame, colui che aveva raccolto le precedenti denunce della donna e aveva instaurato così un diretto rapporto di fiducia, dando alla giovane il proprio recapito cellulare al fine di essere informato immediatamente di quanto le accadeva. Il Luogotenente, che quindi conosceva perfettamente la vicenda e sapeva quali erano i precedenti di polizia dell’uomo (resistenza, oltraggio e violenza a pubblico ufficiale, minaccia, maltrattamenti in famiglia, lesioni, danneggiamento etc…) e la sua tendenza all’abuso di sostanze alcoliche, mentre era al telefono con la donna, ha contemporaneamente allertato la centrale operativa dell’Arma, che, alla luce della gravità della situazione, ha inviato immediatamente una pattuglia del Nucleo Radiomobile Carabinieri che ha raggiunto via Stendhal ed ha individuato il trentacinquenne nei pressi del locale. L’uomo è stato fermato e, sulla scorta della violazione del provvedimento pendente, tradotto direttamente alla Dozza, a disposizione del Dott. ROSSI Massimiliano, magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Bologna.

[youtube tDBQa0M9GjU]

Note Informative

L’introduzione del reato di “atti persecutori” con il Decreto Legge n. 11 del 23 febbraio 2009 ha offerto, in particolare alle Forze di Polizia ed all’Autorità Giudiziaria, gli strumenti normativi per perseguire comportamenti fino ad allora spesso genericamente ricompresi nella fattispecie della violenza privata e, per naturale conseguenza,  ha richiesto ad ogni struttura ed ai singoli operatori di affinare l’efficacia e la professionalità in materia.

A livello centrale, il Comando Generale dell’Arma ha soddisfatto tale esigenza:

–  istituendo, nel gennaio 2009, una Sezione Atti Persecutori presso il RACIS, con il compito di sviluppare studi e ricerche di settore rivolti all’approfondimento del fenomeno e all’aggiornamento delle strategie di prevenzione e di contrasto agli atti persecutori, violenti, sessualmente finalizzati o vessativi verso vittime vulnerabili;

– aderendo ad una serie di iniziative formative sviluppate a livello nazionale ed europeo;

– concretizzando la partecipazione a protocolli di intesa e di collaborazione, nel settore, fra la Forza Armata, i Ministeri competenti e le singole organizzazioni civili;

– favorendo l’adesione alle iniziative sviluppate localmente dalle Prefetture, tramite il “Tavolo tecnico di coordinamento per la prevenzione e il contrasto alla violenza a donne e minori”, finalizzate all’implementazione delle procedure operative e  a realizzare automatismi di comunicazione diretta e collaborazione fra gli operatori del settore giustizia e fra questi e le diverse componenti operanti nel “sociale”, tanto nelle attività di Pronto Intervento e gestione delle criticità, quanto nella fornitura di speciali servizi, in particolare ove più frequentemente si rilevano situazioni di disagio riconducibili alla problematica analizzata.

In tale contesto, considerato come, di norma, la trattazione della delicatissima materia , ricada principalmente sui Comandanti di Stazione e, nell’immediatezza, sui singoli componenti il dispositivo di controllo del territorio dell’Arma, questo Comando ha provveduto, attraverso un sistema formativo a cascata ed al fine di dare supporto ai Comandi dipendenti,  a predisporre una rete di Referenti per le categorie vulnerabili (donne e uomini), orientati secondo il concetto dei c.d. “front line officers”, facendo loro partecipare ad una serie di iniziative formative, promosse in ambiente locale sviluppate anche con la collaborazione diretta di questo Comando e che si sono avvalse , altresì, di personale dell’Arma, particolarmente qualificato, per la trattazione di tematiche di specifica competenza. Tali iniziative sono state:

–              nel 2010-2011,  progetto europeo denominato “WoSafeJus” (Women Safety and right to Justice), sviluppato, con il sostegno della Prefettura di Bologna, dalla collaborazione tra Provincia, Comune e Università di Bologna con l’associazione “Casa delle donne per non subire violenza”, finalizzato alla sensibilizzazione degli operatori delle Forze di Polizia sul tema della violenza contro le donne e i minori, per  contribuire al rafforzamento della collaborazione con la rete con i centri di aiuto alle vittime e migliorare i sistemi di rilevazione, protezione e intervento nei confronti delle stesse;

–              nel 2010-2011, con l’iniziativa realizzata da questo Comando Provinciale d’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori,  veniva realizzata una serie di sessioni formative mirate, tenute da Pubblici Ministeri dei Minori, dirette ai militari individuati quali “Referenti per le categorie vulnerabili”, completata da un mini-stage pratico in affiancamento ai Magistrati ed al personale della P.G. del Tribunale e della Procura dei Minori, tendenti a risaltare le peculiari caratteristiche e necessità di tali funzioni giurisdizionali, evidenziando le principali criticità che si presentavano ai fini dell’applicazione dei provvedimenti di competenza dell’A.G. e di quelli provvisori della P.G.;

–              giugno 2011, partecipazione al convegno “Stalking, quando le attenzioni diventano persecuzione, i rischi e le tutele”, organizzato dall’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani – articolazione della Fondazione Forense Bolognese- Ordine degli Avvocati)  presso la sede di questo Comando,  con l’obiettivo di affrontare la tematica sotto i profili investigativi, processuali, sociologici e criminologici, di interesse più prettamente professionale per gli operatori del settore della giustizia;

–           nel 2011-2012, progetto di collaborazione europea denominato “LEXOP” (Lex-operators all together for women victims of intimate partner violence) sviluppato dall’ “Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna e coordinato dalla Facoltà di Giurisprudenza, che ha  coinvolto Istituzioni Pubbliche ed Associazioni di settore, sia nazionali che estere. L’iniziativa, finanziata dalla Commissione Europea – Direzione Generale Giustizia, Libertà e Sicurezza, ha avuto come scopo principale il miglioramento dell’approccio delle Forze di Polizia e del sistema giudiziario alle donne che hanno subito violenza da parte del partner, attraverso la formazione, specializzata e multidisciplinare, degli operatori di polizia e degli operatori delle Associazioni di settore, finalizzata a migliorarne le competenze per offrire maggiore protezione alle vittime e perseguire l’offensore (vedasi il f.n. 305/1-1 del 04.03.2011 e segg. di questo Comando);

–              maggio 2012,  progetto di collaborazione internazionale  approvato dal Parlamento Europeo denominato “DAPHNE II” (Protect II – Capacity Building in Risk Assessmenti and Safety Managenent to Protect High Risk Victim), sviluppo con una fase 2 del progetto europeo “DAPHNE” dell’anno 2008-2009, cui aderiva il Comando Generale dell’Arma, con obiettivo lo scambio di esperienze fra i partner europei sulla protezione, valutazione e gestione dell’esposizione delle vittime ad alto rischio. All’incontro di 2 giorni in Stoccolma (SW), su esplicita richiesta dei partner italiani, fra cui l’“Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna e l’elemento di  coordinamento italiano del progetto, individuato nell’Associazione “Casa delle donne per non subire violenza”, partecipava un Ufficiale, autorizzato superiormente, di questo Comando Provinciale, quale elemento di raccordo dell’Arma nel gruppo di lavoro del progetto;

–              nel 2012-2013, progetto SAVE (Sicurezza e Accoglienza per Vittime in Emergenza), realizzato dalla “Casa delle donne”, d’intesa con la Prefettura di Bologna, attualmente in fase di realizzazione, diretto a formare gli operatori di tutti i servizi pubblici, privati e di volontariato, al fine di assicurare una coordinata attività di intervento in emergenza, in correlazione alle specifiche attività di competenza di ciascuna componente.

 

Il dispositivo dei “Referenti per le categorie vulnerabili” così approntato sta consentendo di :

–          rafforzare il livello di interlocuzione con le Procure della Repubblica presso il Tribunale Ordinario e dei Minori di Bologna;

–          fornire un qualificato sostegno immediatamente disponibile fino ai minori livelli ordinativi e ai singoli operatori, per la gestione delle fasi più delicate dei rapporti con le vittime di reati, specialmente quando inizialmente scarsamente collaborative o intimidite, mantenere i rapporti con i centri antiviolenza previsti dalla normativa e le strutture di accoglienza / protezione;

–          creare un riferimento sicuro e ben conosciuto, per i singoli servizi, sia pubblici che di iniziativa privata, che vengano in contatto,  nelle loro attività, con situazioni di sospetto rilievo penale.

Stante il forte legame fra lo specifico reato e altre manifestazioni criminali, violente o comunque di assoggettamento morale, psicologico e materiale  tipicamente dirette alle categorie “vulnerabili”, lo stesso gruppo di militari è stato anche orientato alla trattazione delle casistiche legate alla violenza sessuale, al bullismo, agli abusi su minori, donne ed anziani e, conseguentemente, alla gestione dei contatti con gli ambienti di riferimento di tali categorie, segnatamente la scuola, i servizi sociali pubblici e di volontariato, i centri di aggregazione giovanili e per anziani, gli sportelli di ascolto e assistenza, come variamente denominati, per le donne e la prostituzione.

I “Referenti” consentono l’ampliamento delle capacità di intervento anche ai minori livelli ordinativi e perseguono le finalità di:

–              assicurare al meglio il supporto specialistico ai reparti territoriali;

–              garantire una aderente attività di analisi operativa,  adeguata alle caratteristiche fenomenologiche nel peculiare contesto culturale e sociale locale;

–              raccordare tutte le attività di monitoraggio di singole situazioni di donne vittime di violenza;

–              rispondere all’esigenza di stabilire rapporti costanti con la popolazione studentesca, sia per recepire l’umore delle forme di protesta attuate (occupazioni, autogestioni, etc.), sia per monitorare situazioni a rischio.