edicolaE’ partita spontaneamente tra gli edicolanti di Modena e provincia la raccolta firme promosse dal sindacato Sinagi (affiliato alla Slc/Cgil) che in soli 15 giorni ha messo insieme 11.629 firme di clienti e cittadini modenesi, che hanno così dimostrato la loro vicinanza e solidarietà alla richiesta di moratoria nell’apertura sul territorio di nuovi punti vendita di stampa, quotidiani e periodici.

Da mesi il Sinagi – che rappresenta 300 edicole su 330 della provincia di Modena – sta conducendo la battaglia contro la liberalizzazione selvaggia della vendita di stampa, che da inizio anno ha visto l’apertura di nuovi 14 punti di vendita nella Grande Distribuzione, di cui 1 in punto vendita Conad e tutti gli altri nei negozi di Coop Estense.

“Non ce l’abbiamo con Coop, né con la Grande Distribuzione Organizzata qualunque essa sia – hanno detto stamattina in conferenza stampa i sindacalisti e gli edicolanti Lucia Roversi, Giuliano Barbieri, Giuseppe Marchica , Albano Arletti e Andrea Rivieri, Alessandra Morselli – non siamo neppure contrari alla liberalizzazione delle vendite, purché a parità di condizioni”.

Le edicole tradizionali sono infatti tenute ad esporre tutte le testate di ogni editore, quindi 3-4000 testate, mentre nei punti di vendita della Grande Distribuzione al massimo sono esposte 2-300 testate quelle alto-vendenti.

Nella grande distribuzione, anche lo spazio espositivo non è adeguato per garantire parità di trattamento a tutte le testate.

“Se un’edicola tradizionale venisse meno a queste regole, rischierebbe la revoca della licenza!”. Regole dettate anche per garantire il diritto all’informazione previsto dalla Costituzione (art.21).

Per ogni punto vendita che apre in un supermercato chiudono 4/5 edicole, questo rischia di determinare una concentrazione dei punti di vendita e lo smantellamento della rete capillare di distribuzione oggi garantita dalla rete delle edicole presenti su tutto il territorio. Il rischio è quello di limitare proprio il pluralismo e l’accesso all’informazione dei cittadini.

I sindacalisti del Sinagi hanno fatto presente che, in molte realtà, già oggi davanti ad un supermercato c’è un’edicola, e se si apre anche all’interno dello stesso supermercato, ciò porta inevitabilmente la chiusura dell’edicola a 50 metri.

L’apertura crescente di nuovi punti di vendita all’interno della GDO è resa possibile dalla confusione normativa esistente: sono infatti contemporaneamente in vigore la legge 170/2001 (che prevede potere programmatorio per i Comuni) e il “Salva Italia” del Governo Monti (dicembre 2011) che invece consente una semplice Scia, dichiarazione di apertura di vendita stampa ai Comuni.

“Il nostro è anche un atto di critica agli Amministratori locali – hanno aggiunto i rappresentanti del Sinagi – che non si assumono la responsabilità di scelte politiche. I dirigenti comunali di fronte ad una Scia non fanno opposizione (nonostante la moratoria consigliata dalla Regione Emilia-Romagna) perché non vogliono rischiare i ricorsi, ma, d’altro canto, anche i politici non si assumono la responsabilità di scelte per il territorio. Si rischia – hanno aggiunti i sindacalisti – di far morire la rete capillare delle edicole, di desertificare i centri storici, i piccoli comuni e quelli più periferici”.

Giuseppe Marchica, segretario nazionale Sinagi, ha precisato che non si tratta di impedire nuove aperture alla Grande Distribuzione, ma semplicemente chiedere una moratoria di 5-6 mesi in attesa che i confronti in atto a livello nazionale tra parti sociali e Governo, e anche a livello regionale, trovino un accordo per armonizzare le due legislazioni vigenti e garantire parità di trattamento a tutti i soggetti della filiera dell’informazione.

Ma a questa richiesta la Grande Distribuzione finora è stata sorda, ed è per questo che gli edicolanti modenesi rinnovano il loro appello per trovare una soluzione rispettosa per il territorio, a maggior ragione in un momento di crisi come quello che si sta attraversando.

Le quasi 12.000 firme raccolte (tra cui nomi eccellenti come il segretario Cgil Susanna Camusso, la deputata Giuditta Pini, l’onorevole di Sel Giovanni Paglia) saranno consegnate nei prossimi giorni ai singoli Comuni di pertinenza e complessivamente al Prefetto di Modena per ribadire ancora una volta che le edicole non vogliono chiudere e vogliono continuare a svolgere il loro ruolo di presidio della democrazia sul territorio.