I componenti della banda fermati lo scorso maggio per tentata rapina in concorso, associazione a delinquere, nonché detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, dovranno rispondere anche di tentato furto aggravato. La nuova accusa è arrivata dal GIP di Bologna (dott. Alberto Ziroldi), su richiesta di applicazione della misura cautelare personale coercitiva della custodia cautelare in carcere presentata dal PM (dott. Massimiliano Rossi).

I quattro sono ritenuti responsabili di aver tentato di rubare 300 litri di gasolio dalla cava “Frantoio Fondovalle S.R.L.” di Spilamberto (MO). Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, i soggetti raggiungevano il luogo prestabilito a bordo di un Iveco Daily, che era stato rubato alcuni mesi addietro a un cittadino di Ozzano dell’Emilia, poi dopo aver manomesso il cancello d’ingresso del sito cominciavano a pompare il carburante contenuto in una cisterna. Mentre tre dei malviventi compivano il furto, il quarto, a bordo di una Mercedes classe A, si occupava di monitorare la situazione esterna per scongiurare l’arrivo di eventuali pattuglie, effettuando passaggi vicino dell’obiettivo individuato e rimanendo a ridosso dell’incrocio con la strada principale. Soltanto il malfunzionamento della pompa utilizzata per aspirare il gasolio faceva desistere i predoni dall’intento. P. A. si adoperava per recuperare i restanti tre e si allontanava dalla zona. Poi provvedeva ad accompagnare a casa il D. C. e il T. O., quest’ultimo sottoposto all’obbligo di firma presso la Stazione Carabinieri di Minerbio. L’Iveco Daily, rimasto dentro la cava, perché momentaneamente abbandonato, è stato rinvenuto il giorno dopo dai Carabinieri della Stazione di Spilamberto che erano stati informati dell’accaduto dal titolare della ditta. All’interno del cassone sono stati rinvenuti alcuni fusti di metallo e un motopompa con gruppo elettrogeno. All’interno di un fusto è stata riscontrata la presenza di circa 300 litri di gasolio proveniente dalle cisterne di proprietà della ditta. I quattro sono stati tradotti alla Casa Circondariale della Dozza.