manuela-ghizzoni-PDDovesse essere applicata così com’è la norma varata dal Governo Monti nel 2012, comporterebbe la fine dell’Iva a regime agevolato per molte cooperative sociali italiane. Col nuovo regime infatti, manterrebbero l’esenzione dall’imposta solo le cooperative con qualifica di onlus e cooperative sociali (onlus di diritto) che forniscano le loro prestazioni direttamente al fruitore finale; aliquota Iva del 10 per cento invece per cooperative sociali e loro consorzi in esecuzione di contratti di appalto e di convenzione in generale; aliquota ordinaria del 21 per cento per cooperative non onlus (sia ordinarie sia di diritto), sempre che non abbiano le caratteristiche per rientrare nell’applicazione delle esenzioni. Le modifiche dell’attuale sistema si dovranno applicare relativamente alle operazioni compiute in base ai contratti stipulati dopo il 31 dicembre 2013. Pertanto, fino a quando sarà efficace un contratto stipulato precedentemente, continuerà ad applicarsi l’aliquota agevolata. Ai rinnovi, espressi o taciti, nonché alle proroghe di contratti già in essere successivi alla data del 31 dicembre 2013 si applicherebbe invece il nuovo regime. “E’ chiaro però che al di là della fase di transizione – dichiarano i deputati Manuela Ghizzoni, Davide Baruffi e Edoardo Patriarca – la fine del regime agevolato per le prestazioni di assistenza e sicurezza sociale rese dalle cooperative e dai loro consorzi, significa stravolgere un sistema fondamentale per la tenuta del nostro welfare. Le circa 9 mila coop sociali italiane occupano infatti oltre 330 mila persone e offrono servizi di welfare a più di 5 milioni di cittadini, lavorando per Comuni e Asl. È il mondo delle comunità d’accoglienza per giovani o minori, di tanti asili nido, dei servizi socio-sanitari per anziani e disabili, di aiuto ai lavoratori espulsi dal sistema produttivo…”. Secondo l’Alleanza delle cooperative sociali, 6 punti in più di Iva comportano un aumento di costi per il sistema dei servizi sociali di 510 milioni di euro oltre a mettere in ginocchio centinaia di cooperative del settore sociosanitario ed educativo con l’effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro. L’interrogazione rivolta al Ministro dell’Economia, firmata dai due deputati, chiede dunque, alla luce della natura dei servizi resi dalle cooperative sociali e dai consorzi in favore delle fasce più deboli della popolazione, se non sia opportuno assumere iniziative normative volte al ripristino delle precedenti aliquote IVA al quattro per cento per le prestazioni socio assistenziali.