civatiAlla domanda su quali siano le differenze tra lui e Renzi, Civati risponde: “Rispetto a Renzi, lui è fiorentino e io no; lui, rispetto al Pd ha sempre avuto molto fastidio, mentre io me ne sono occupato costantemente nella mia vita politica; io credo inoltre che noi dobbiamo recuperare i delusi Pd, mentre Renzi è un appassionato dei delusi del Pdl, invece io non ne sono convinto”. 

Sulle urgenze che il Paese deve affrontare, Giuseppe Civati ritiene necessario “sganciarci e ritirare il nostro contingente di pace dal governo delle larghe intese, e credo che sia necessario andare a votare l’anno prossimo. Non si può rimanere al governo con Berlusconi, immaginando che a ottobre non possa sedere più in Parlamento: io su questo tema una riflessione la farei e non possiamo arrivare impreparati. Inoltre -prosegue il deputato-  ci sono due o tre cose da fare: chiedo di abbassare tasse sul lavoro come lo chiede il Fondo monetario internazionale, fare la legge elettorale al di là delle grandi riforme, e se entrambi gli schieramenti vogliono ridurre il numero dei parlamentari, che lo facciano, senza dovere ricorrere ai padri costituenti. Vi è un enorme bisogno di chiarezza, esiste un grande conflitto sociale in questo Paese”.

Sul piano politico e sul rapporto con il Movimento Cinque Stelle, Civati ribadisce il bisogno di arrivare a un punto di incontro: ” Occorre ricostruire il centrosinistra subito, e insistere perché i grillini che sono congelati nel loro dibattito interno diventino soggetti aperti al confronto, senza nessun scouting e nessuna malizia. Hanno preso il venticinque per cento, bisogna tenerne conto. Vi sono molti elettori del Pd che votano Grillo, credo che almeno la metà dei loro voti siano presi dal nostro partito, e allora occorre incominciare a preparare i terreni di dibattito politico con loro. A Parma, credo che il sindaco Pizzarotti è l’esponente meno ideologico e più legato alla quotidianità con cui si può parlare, e per questo Grillo è arrabbiato con me, perché propongo che il loro ventincinque per cento sia messo a disposizione del cambiamento”.

Sull’attuale governo Letta, Civati non nasconde le sue criticità: “Mentre bisogna vendicare una serie di torti che ha subito il Paese, constato che il governo Letta non è d’accordo su niente, e se stiamo a parlare della Santanchè questo la dice lunga. Su tante, troppe questioni -conclude Civati- non siamo d’accordo su nulla”.