Riportiamo di seguito una lettera aperta del presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi al presidente del consiglio Enrico Letta sull’abolizione delle Province e la riforma istituzionale.
«Signor Presidente,
condivido la scelta compiuta dal suo governo di presentare un disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle Province e la conseguente presentazione di un disegno di legge per il riordino istituzionale degli Enti locali. L’Italia ha da molto tempo bisogno di una profonda riforma istituzionale.
Abbiamo infatti un sistema in larga parte inefficiente e molto costoso che non contribuisce allo sviluppo del Paese e, anzi, ne accentua la crisi. A pagare questa situazione sono le imprese, le famiglie e i giovani. Per questo serve una riforma profonda di tutte le istituzioni della Repubblica a partire dallo Stato per arrivare agli Enti locali. Servono una sola Camera legislativa affiancata a una Camera delle Autonomie locali, e una drastica riforma dei ministeri e della pubblica amministrazione dello Stato.
Signor Presidente del Consiglio, in questo contesto, così come lo prevedevano le proposte del Governo Monti, è necessaria la riorganizzazione, per ridurne il numero, degli enti periferici dello Stato. Di questo non si sta parlando ma sarebbe un errore non prevederlo.
Bisogna riformare le Regioni che negli anni hanno perso la loro funzione di legislazione e di programmazione per assumere sempre più il ruolo di gestione con la moltiplicazione di enti e società, e vanno semplificati gli organi dello Stato e della Regione che devono esprimere pareri che in molti casi diventano vincoli.
È necessario ridefinire l’ambito in cui si esercitano le funzioni dei Comuni. Oggi questi enti sono in grande difficoltà per la scarsità delle risorse finanziarie e per i vincoli posti dal Patto di stabilità. Un Patto che deve essere allentato per dare ai Comuni la possibilità di investire nella viabilità e sulla sicurezza del territorio, dell’ambiente, del patrimonio edilizio pubblico creando in questo modo opportunità di lavoro e di sviluppo.
Ma i Comuni sono in difficoltà anche perché la soluzione dei problemi non è più a scala locale ma di area vasta. Per questo vanno sostenuti i processi di unione e fusione tra i Comuni così come sta facendo la Regione Emilia Romagna. Tra la Regione e i Comuni per la gestione di funzioni di area vasta come l’ambiente e la mobilità ci deve essere un ente intermedio di secondo grado che veda la presenza dei Comuni stessi. Le Regioni devono avere l’autonomia per definire gli ambiti territoriali ottimali e quali funzioni delegare a questo livello intermedio. È necessario un lavoro approfondito per definire gli ambiti e le funzioni di area vasta.
Abbiamo una esperienza importante e positiva compiuta dalla Provincia di Modena che va valorizzata e presa ad esempio. Abbiamo una risorsa importante che è rappresentata dai dipendenti che hanno contribuito al raggiungimento degli importanti risultati conseguiti. Anche per questo sono inaccettabili e da respingere i toni offensivi con cui vengono descritti i dipendenti delle Province.
Signor Presidente, confidiamo nel suo impegno e in quello del Parlamento perché le riforme annunciate si traducano in scelte coerenti per una profonda riforma delle istituzioni e della pubblica amministrazione. Solo in questo modo riusciremo a costruire istituzioni in grado di rispondere ai problemi delle famiglie e delle imprese e di riconquistare la fiducia dei cittadini in un momento così difficile della vita del nostro Paese.