eccidio-lapide-cibenoDomenica 14 luglio verrà ricordato il 69° anniversario dell’eccidio dei 67 prigionieri prelevati dal Campo di concentramento di Fossoli e fucilati dai nazisti al Poligono di tiro di Cibeno di Carpi il 12 luglio 1944. Le celebrazioni si terranno dalle ore 11 sul luogo dell’eccidio (dopo il ritrovo e i riti religiosi) dove saranno presenti il Sindaco Enrico Campedelli e le autorità cittadine. L’introduzione sarà a cura di Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Fossoli, mentre dopo un saluto del primo cittadino sarà il parlamentare Edoardo Patriarca a tenere il discorso ufficiale. La cerimonia sarà accompagnata dalla Banda. All’iniziativa prenderanno parte anche i partecipanti al Campo di volontariato giovanile sulle tematiche della pace e dell’educazione civica all’ex Campo di Fossoli. La cerimonia di quest’anno prevede anche la scopertura di due targhe, l’una informativa e l’altra commemorativa, sulla strage del 1944.

Il Poligono di tiro di Cibeno, oggi ancora in funzione, ospita dal dopoguerra la lapide che ricorda la strage che qui avvenne. Se l’episodio è noto, il luogo, per il fatto che non è aperto normalmente al pubblico o lo è solo per i frequentatori della struttura, è poco conosciuto e visitato dai carpigiani. Ecco perché la Fondazione Fossoli in collaborazione con l’amministrazione comunale proprio domenica prossima, in occasione delle celebrazioni del 69esimo anniversario dell’evento, ha deciso di inaugurare queste targhe, che spieghino ai visitatori quanto qui avvenuto. Una grande targa posizionata poco fuori l’ingresso del Poligono riporterà dunque non solo le circostanze legate all’eccidio e la precisa localizzazione dello stesso all’interno del Poligono mentre sulla lapide che delimita la fossa comune nella quale furono sepolti gli uccisi sarà posizionato l’elenco delle 67 vittime fucilate dalle Ss, provenienti da molte province italiane.

L’iniziativa è promossa da Comune, Fondazione ex Campo Fossoli, Aned, Comitato per la memoria.

Quel mattino del 1944

La mattina del 12 luglio del 1944 per ordine della Gestapo sono prelevati dal campo di concentramento di Fossoli 67 internati politici, condotti al Poligono di tiro di Cibeno e lì fucilati. Sono uomini con diverse esperienze e di età differenti, provenienti da varie regioni dell’Italia, tantissimi dalla Lombardia. Tutti sono stati rinchiusi a Fossoli perché oppositori del nazifascismo. All’alba del 12 luglio, in tre riprese i 69 prigionieri sono caricati su camion e condotti al Poligono di tiro distante pochi chilometri dal Campo. Vengono fatti allineare ai bordi di una fossa, che alcuni internati ebrei sono stati costretti a scavare il giorno prima, e ascoltano la sentenza: condanna a morte come rappresaglia per un attentato a Genova contro militari tedeschi. Si rivela inutile anche l’intervento del vescovo di Carpi Vigilio Dalla Zanna accorso sul luogo e la condanna a morte viene eseguita. Solo due internati del secondo gruppo riescono a fuggire e a salvarsi nascosti dal movimento partigiano. Il 17 e il 18 maggio 1945, a meno di un mese dalla Liberazione, ha luogo la riesumazione e il riconoscimento delle vittime. Le esequie solenni si svolgono nel Duomo di Milano con grande e commossa partecipazione di cittadini. Sulla strage di Cibeno ancora oggi, come per altre stragi che hanno insanguinato il Paese, si attende chiarezza e giustizia.