scuola-bambiniA due mesi dal referendum sulla scuola, la questione è approdata in Consiglio comunale a Bologna, con due ordini del giorno: quello del Pd che, in sostanza, chiede di non smantellare un sistema collaudato e quello di Sel e M5s che chiede, invece, di rispettare l’esito del voto e cancellare gradualmente il finanziamento alle private.

“Alle ore 13 di lunedì 22 luglio si è conclusa la veglia staffetta che è durata ininterrottamente giorno e notte per 3 giorni per chiedere il rispetto dell’esito del referendum del 26 maggio – spiega in una nota il Nuovo Comitato articolo 33 – Le statue viventi che si sono alternate sul piedistallo posto davanti all’ingresso del palazzo comunale sono state più di 80, centinaia di bolognesi e cittadine/i italiani e stranieri hanno sostenuto tale iniziativa, confermando la grande volontà di partecipazione popolare a favore del diritto alla scuola pubblica e di tutti i diritti primari che si è manifestata durante la campagna referendaria.

Successivamente, all’apertura della seduta del consiglio comunale, tutto lo spazio riservato al pubblico è stato occupato da decine di cittadine e cittadini.

Sono stati presentati due ordini del giorno: il primo, a firma dei consiglieri Critelli (P.D) e Caviano (C.D), “Si esprime per il mantenimento dell’attuale sistema pubblico integrato, compresa l’erogazione delle attuali risorse finanziarie comunali destinate al supporto delle scuole paritarie convenzionate.”.

Il secondo, presentato dai consiglieri di SEL, M5S, GRUPPO MISTO (La Torre, Bugani, Pieralisi, Piazza, Cipriani, Salsi, Sazzini) recepisce il risultato del voto del 59% dei votanti al referendum del 26 maggio e “impegna la giunta ad operare la riduzione progressiva del contributo alle scuole d’infanzia paritarie a gestione privata […] a partire dal suo dimezzamento nel 2014 e procedendo con la riduzione negli anni successivi del mandato amministrativo fino all’azzeramento del suo contributo”.

L ’odg PD/CD manifesta in modo evidente il disprezzo della volontà popolare, svilendo per di piu’ lo strumento del referendum come opportunità di partecipazione ed espressione popolare e democratica.

Il comitato art. 33 si riserva di valutare la legittimità del suddetto odg in quanto privo di qualsiasi argomentazione che motivi il mancato accoglimento dell’esito del referendum.

La maggioranza delle cittadine e dei cittadini bolognesi ha chiaramente affermato che non intende rinunciare ai propri diritti, in primis quello costituzionale alla scuola pubblica.

Il comitato promotore del referendum proseguirà le sue iniziative di mobilitazione e informazione auspicando che nel dibattito consigliare, che proseguirà il 29 luglio, si riconsiderino le posizioni espresse oggi da alcuni consiglieri PD e dal PDL e, dalla discussione degli odg , si pervenga a una delibera, come previsto da statuto e regolamento, che recepisca le istanze democraticamente affermate dai cittadini il 26 maggio.

Le cittadine e i cittadini bolognesi – conclude il Nuovo Comitato articolo 33 – continueranno a difendere i principi fondanti della nostra Costituzione, da più parti minacciati, rendendo sempre piu’ evidente la perdita di rappresentatività di gran parte dell’attuale classe dirigente della nostra città. Bologna non dimentica!”