priogionieri-dimenticatiIn occasione dell’ormai prossimo appuntamento con il centenario della Grande guerra, a Bibbiano di Reggio Emilia, a partire dal 14 settembre 2013, si svolgono una serie di eventi organicamente collegati che vogliono in anteprima promuovere su di essa approfondimenti attraverso l’uso di linguaggi diversi e complementari.

Il progetto intende proporre e divulgare alcuni aspetti riguardanti la prima guerra mondiale, come, ad esempio, la complessa e poco nota vicenda della prigionia. Il ritrovamento presso archivi privati di una ricca e importante mole di documenti riguardanti il lager per ufficiali italiani di Celle (in Germania, vicino ad Hannover), è stato il volano che ha prodotto l’idea di proporre al pubblico una mostra (scritti, fotografie e opere d’arte), uno spettacolo teatrale (una commedia di critica alla guerra scritta dal reggiano Angelo Ruozi Incerti) e un concerto con canti, canzoni e opere “colte” di musicisti prigionieri nel campo.

La mostra

Prigionieri Dimenticati, Italiani nei lager della grande guerra

Sala polivalente del Teatro Metropolis di Bibbiano (Reggio Emilia) dal 14 al 29 settembre 2013

ideazione e realizzazione

Mirco Carrattieri curatore, Rolando Anni, Mariuccia Cappelli, Marco Formentini,

Lauro James Garimberti, Maria Neroni, Carlo Perucchetti

Uno dei temi meno divulgati e conosciuti della prima guerra mondiale è la prigionia di 600.000 italiani nei lager austriaci e tedeschi. In essi morirono oltre 100.000 soldati per le durissime condizioni di vita, nella sostanziale indifferenza della Stato Italiano e del Comando Supremo.

Su questa tragedia dimenticata, in vista del centenario della Grande guerra e con la partecipazioni di numerose e prestigiose Istituzioni, è stata allestita la mostra di Bibbiano (Reggio Emilia), curata da Mirco Carrattieri, incentrata sul lager di Celle (Hannover), nel quale furono rinchiusi gli ufficiali in gran parte catturati dopo Caporetto tra ottobre e novembre del 1917. Tra di loro ci furono scrittori, come Carlo Emilio Gadda, Bonaventura Tecchi, Ugo Betti e non pochi artisti e musicisti, che lasciarono numerosi diari, memorie, lettere, disegni e composizioni musicali che costituiscono il nucleo centrale dell’esposizione.

La mostra si compone di 21 grandi pannelli che presentano il fenomeno della prigionia con due sezioni complementari: la Sezione A, con 9 pannelli che ne inquadrano storicamente le vicende, con scritti, grafici e fotografie, e la Sezione B, con 12 pannelli, dedicati al lager di Celle che ne documentano la vita quotidiana nei suoi aspetti drammatici attraverso scritti, lettere, opere visive e fotografie dei prigionieri.

Insieme ai pannelli, con un diorama del lager, sono esposte in bacheche disegni e acquerelli di rilevante valore artistico, oggetti, documenti e fotografie originali provenienti da Celle. Sono in mostra opere di Giuseppe Denti, Francesco Nonni e del reggiano Angelo Ruozi Incerti.

Il percorso espositivo è accompagnato, in sottofondo, da musiche originali scelte dal Centro Studi Musica e Grande guerra.

La mostra, infine, è arricchita da un’apposita sezione di reperti bellici: divise, equipaggiamenti, armi, attrezzature mediche, ottiche e telefoniche, documenti cartacei e fotografici provenienti dalle collezioni di Lauro James Garimberti e Marco Formentini

Lo spettacolo teatrale

PER LA PIU’ GRANDE ITALIA ovvero SANDRONE SOLDATO

commedia scritta nei lager di Rastatt e Cellelager (1917-18) da Angelo Ruozi Incerti

Teatro Metropolis di Bibbiano (Reggio Emilia)

Domenica 15 settembre, ore 21 (ingresso libero)

Lunedi 16 settembre, ore 21 (ingresso libero)

Compagnia I PAZZI DI PIAZZA

Regia di AURO FRANZONI

La Compagnia I Pazzi di Piazza, con la regia di Auro Franzoni, mette in scena in prima assoluta lo spettacolo teatrale PER LA PIÙ GRANDE ITALIA ovvero SANDRONE SOLDATO, commedia-farsa per burattini scritta a Rastatt nel novembre del 1917 e terminata un anno dopo a Cellelager (campo di prigionia per ufficiali vicino ad Hannover) da Angelo Ruozi Incerti, in collaborazione con Giuseppe Denti.

Il titolo Per la più grande Italia riprende tale e quale il titolo del libro di Gabriele D’Annunzio che contiene i discorsi tenuti nel “radioso maggio” del 1915. Questa intitolazione ha intenti satirici molto evidenti, perché lo svolgimento e il significato della vicenda bellica di Sandrone assume un senso opposto ai contenuti dei discorsi propagandistici del poeta italiano. Il protagonista Sandrone, maschera reggiana che solitamente appare come un contadino rozzo ma furbo che riesce, anche se maltrattato, a superare tutte le difficoltà grazie alla sua vivace e concreta intelligenza, acquista con Ruozi Incerti un approfondimento psicologico del tutto nuovo rispetto alla tradizione ed è in grado, con il suo buon senso istintivo, di non piegarsi di fronte alle ingiustizie che pure subisce, smascherando i toni esaltati e nazionalistici del Duce, cioè il generale Luigi Cadorna, e del Vate, cioè Gabriele D’Annunzio.

Infatti Sandrone descrive la durezza e la violenza della guerra nella sua realtà. Nella sua esperienza e nelle sue parole, nelle sue riflessioni e nei suoi giudizi si possono dunque ritrovare tutti i soldati che sono stati a combattere nelle trincee. Nella seconda parte appaiono altri personaggi di minore rilievo. Sono il capitan Spavento, non Spaventa come solitamente è denominato nella Commedia dell’Arte, il soldato coraggioso a parole e pauroso nei fatti, e l’Imboscato, che è sfuggito spesso con l’inganno al reclutamento e alla guerra, che è anche il padrone sfruttatore di Sandrone. Infine il Generale, in cui è facilmente riconoscibile Armando Diaz, che sostituì Cadorna come Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano dopo Caporetto.

I nemici (l’Alemanno, il tedesco, e l’Austro, l’austriaco, poi chiamato tugnin, secondo una diffusa denominazione popolare non priva di una venatura di umorismo) sono presentati secondo stereotipi nazionalistici e si esprimono con un linguaggio che ha l’evidente scopo di suscitare il riso negli spettatori. Il tugnin nella seconda parte acquista un ruolo drammatico e perde gli elementi comici che lo caratterizzavano per assumere una dolente dignità umana.

Il concerto

1914 – 1918 : MUSICA DALLA PRIGIONIA

Teatro Metropolis di Bibbiano (Reggio Emilia) Martedì 17 settembre 2013, ore 21 (ingresso libero)

Ensemble MUSICA E GRANDE GUERRA

In collaborazione con il Centro Studi Musica e Grande guerra viene presentato il concerto MUSICA DALLA PRIGIONIA che vede eseguite musiche originali scritte e cantate nei lager austroungarici e tedeschi in cui furono deportati i prigionieri italiani. Opere quindi dai campi dei soldati (che pagarono il più alto prezzo della guerra), come Mauthausen in Austria, a quelli di deportazione civile, come Katzenau sempre in Austria, dai lager tedeschi che ospitarono in prima istanza il prigionieri di Caporetto, come Rastatt, ai campi per ufficiali come Cellelager.

Vengono eseguiti inoltre brani vocali provenienti dai campi della Galizia e della Siberia in cui furono rinchiusi i trentini che avevano combattuto con l’esercito austroungarico.

I canti popolari si intrecciano con canzoni elaborate dai prigionieri stessi e con opere “colte”, scritte da musicisti presenti nei lager. La funzione dei canti era quella di condividere emotivamente la situazione tragica della sopravvivenza e di alimentare la speranza del ritorno. Da essi traspaiono spesso accenti forti contro i carcerieri e il nemico, e contemporaneamente la consapevolezza e l’amarezza dell’abbandono da parte dello Stato Italiano.

Di un certo rilievo, musicale e non solo, sono le composizioni del capitano Giuseppe Denti, musicista e maestro di scuola, prigioniero a Cellelager. Alcuni brani vocali ebbero la funzione di salvare la propria identità in un contesto alienante. Significativa fu la scelta di musicare testi di poeti italiani come Graf e D’Annunzio che, metaforicamente, facevano riferimento ad una condizione di oppressione e costrizione.

Lo “scherzo melodrammatico” La signorina del Lager, per soprano, tenore, pianoforte e archi è nato nel lager dalla collaborazione dello scrittore pratese Alberto Casella, scrittore e sceneggiatore di fama, con i musicisti Alceo Rosini (valente violino solista e spalla dell’orchestra del campo di Celle) e Giuseppe Denti. L’opera, in un atto, fu rappresentata integralmente una sola volta nel 1918. La prima parte (di stile ottocentesco) è stata scritta dal Denti, mentre la musica della seconda parte è stata creata dal Rosini, il quale si esprime con uno stile novecentesco più vicino a Puccini.

A Cellelager si trovavano intellettuali, artisti e scrittori come Carlo Emilio Gadda, Guido Sironi, Bonaventura Tecchi, Ugo Betti, Alberto Casella. Il concerto prevede anche una scelta di letture da diari, memoriali e epistolari.

Programma

Angelo Bertoli Il canzoniere di Mauthausen marcia (Mauthausen 1916)

Angelo Bertoli Pensando a te valzer (Mauthausen 1916)

Fernando Carotti La sveglia al campo marcia (Mauthausen 1916)

Anonimo popolare Caro padre abbiam fatto ritorno (canto dei soldati italiani ritornati dal lager austriaci e tedeschi)

Anonimo popolare L’addio del gefangene (canti di prigionia dei soldati italiani, sull’aria de L’addio del bersagliere)

Anonimo popolare E viva Tabor e la Boemia (canto dei trentini e giuliani trasferiti in Boemia e Moravia)

Giacomo Sartori – Romano Joris La canzone di Katzenau (canto dei trentini e giuliani politici nel lager austriaco presso Linz)

Anonimo popolare Sui monti Scarpazi (canto dei trentini e giuliani, combattenti sui Carpazi per l’esercito austriaco)

Anonimo popolare Siam prigionieri (canto dei trentini e giuliani, combattenti per l’esercito austriaco, catturati dai russi in Galizia e deportati in Siberia)

Giuseppe Denti Valzer in mi minore per archi e pf. (dal taccuino di prigionia di Rastatt, 13 nov. 1917)

Giuseppe Denti Rose soavi rose romanza – testo di A. Graf (dal taccuino di prigionia di Rastatt, novembre 1917)

Giuseppe Denti Vas spirituale romanza – testo di G. D’Annunzio (dal taccuino di prigionia di Rastatt, 13 nov. 1917)

Giuseppe Denti – Alceo Rosini – Alberto Casella

La signorina del lager Scherzo melodrammatico in un atto

Cellelager, 1918 (revisione e strumentazione di Matteo Falloni)

Angelo Ruozi Incerti – Ottorino Bertolini – Giuseppe Denti I Culinari (coro dei Gefangenen a Cellelager su musiche della “Vedova allegra” di Léhar)

il programma è promosso dal Centro Studi Musica e Grande guerra