Targa_casa_saluteServizi che si avvicinano in modo attivo ai cittadini, promozione della salute, individuale e collettiva, partecipazione dei cittadini, integrazione tra professionisti e servizi sanitari e sociali. Sono questi gli obiettivi che connotano l’identità delle Case della salute, strutture che uniscono i percorsi di cura e assistenza e che rappresentano una delle novità più rilevanti del Pal, Piano Attuativo Locale, nell’ambito dei servizi territoriali.

Questa mattina, al percorso che interessa l’intera provincia di Modena, si è aggiunto un importantissimo tassello grazie all’inaugurazione della Casa della Salute del Sorbara. Servirà i quattro comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Ravarino, che complessivamente hanno una popolazione residente di 36mila persone su un territorio di circa 130 chilometri quadrati inserito nel Distretto sanitario di Castelfranco Emilia.

In occasione della inaugurazione si è anche svolta una breve cerimonia durante la quale, alla presenza anche dei familiari, la struttura è stata intitolata alla memoria del dottor Roberto Bertoli, figura di riferimento per la medicina generale del territorio, che con convinzione, umanità e professionalità si è spesa per dare attuazione ai principi che ispirano l’organizzazione delle Case della Salute.

Con quella di Bomporto diventano cinque le ‘Case della Salute’ inaugurate nel corso del 2013 dall’Azienda Usl di Modena. Nella ‘Casa della Salute del Sorbara’ operano 24 Medici di Medicina Generale (MMG) e 7 Pediatri di Libera Scelta (PLS) del territorio. Tra i punti di forza della nuova organizzazione dei servizi è stato attivato un percorso di medicina di iniziativa per pazienti diabetici. Nella stessa sede, e in un’unica giornata, il paziente diabetico potrà infatti effettuare le proprie visite di controllo e una valutazione infermieristica generale, che prevede anche momenti di educazione terapeutica, andando a ridurre al minimo il disagio dovuto agli spostamenti da casa.

All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Bomporto (e vicepresidente dell’Unione Comuni del Sorbara) Alberto Borghi; il professor Gavino Maciocco, docente di Politica Sanitaria presso l’Università di Firenze; il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Mariella Martini e il direttore del Distretto di Castelfranco Emilia Massimo Marcon.

 

Il contesto generale

Nei prossimi anni i sistemi sanitari dovranno affrontare sfide non semplici come la crescente necessità d’investimento nell’assistenza a favore di soggetti affetti da patologie croniche. Una domanda, quest’ultima, legata in modo particolare al progressivo invecchiamento della popolazione.

Per rispondere in modo efficace a questi nuovi bisogni socio-sanitari è importante rafforzare le ‘cure primarie’ e incentivare la promozione dell’integrazione e del coordinamento tra Medici di Medicina Generale, professionisti sanitari e specialisti ospedalieri. Il coordinamento degli operatori nella complessa ‘macchina’ della sanità, rappresenta infatti, come ha evidenziato più volte l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), una componente essenziale per garantire un’alta qualità dell’assistenza.

 

La risposta a livello regionale

La Regione Emilia-Romagna ha intrapreso in questo senso un percorso di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari che ha portato alla costituzione, in tutte le Aziende USL, dei Dipartimenti delle Cure Primarie e della loro articolazione territoriale, ovvero i Nuclei di Cure Primarie (NCP) le cui sedi costituiscono uno degli elementi fondamentali per favorire la miglior presa in carico dei pazienti. È in queste strutture, infatti, che sono erogati i servizi di continuità assistenziale ed è qui che si realizza al meglio l’integrazione tra Medici di Medicina Generale, di Continuità Assistenziale, Pediatri di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali, Infermieri, Ostetriche e Assistenti Sociali.

Come logica evoluzione di un importante processo di trasformazione, dai Nuclei di Cure Primarie è nata l’idea di realizzare strutture territoriali per l’assistenza socio-sanitaria dei cittadini, alle quali ci si possa rivolgere in ogni momento della giornata e trovare risposte concrete, competenti e adeguate ai diversi bisogni di salute e assistenza che non necessitino dell’ingresso in ospedale. Queste strutture prendono il nome di “Casa della Salute”. Il percorso che ha portato alla loro nascita, a livello regionale, è iniziato nel 2010.

 

I vantaggi per il cittadino

Tra i vantaggi che la nuova organizzazione della “Casa della Salute” offre al cittadino, c’è la garanzia di un’alta qualità e di una maggior tutela della presa in carico nei percorsi terapeutici e in quelli assistenziali. Essendo una struttura territoriale di riferimento, la “Casa della Salute” incrementa il rapporto di fiducia col proprio Medico di Medicina Generale ma anche con le altre figure professionali della sanità presenti nella struttura. L’utente con problemi urgenti può infatti trovare risposta ai propri bisogni anche da un professionista che non è il proprio medico di famiglia, evitando un accesso improprio al Pronto Soccorso ospedaliero.

 

In provincia di Modena

Nella provincia di Modena, che ha un bacino d’utenza di 690mila residenti, l’Azienda USL ha già inaugurato le “Case della Salute” di Finale Emilia (il primo stralcio), Pievepelago, Rovereto di Novi, Montefiorino e Bomporto. La “Casa della salute” concentra al suo interno, in uno stesso spazio fisico, l’erogazione di diverse prestazioni socio-sanitarie, favorendo – attraverso la contiguità dei servizi e degli operatori – l’integrazione dei vari livelli assistenziali e diventando, in questo modo, una struttura di riferimento territoriale per l’insieme delle ‘cure primarie’.

Con la “Casa della Salute” si rafforza anche l’integrazione con l’ospedale, soprattutto in relazione alle dimissioni protette del paziente e migliora la presa in carico integrata dei pazienti affetti da patologie croniche. Nella “Casa della Salute”, inoltre, si sviluppano programmi di prevenzione rivolti al singolo, alla comunità ma anche a un ‘target’ specifico di popolazione, promuovendo e valorizzando, tra l’altro, la partecipazione attiva dei cittadini. In una logica di integrazione istituzionale e organizzativa, la “Casa della Salute” svolge dunque la funzione di aggregazione sul territorio.

La realizzazione delle “Case della Salute” rappresenta un vero cambiamento nell’organizzazione dell’assistenza primaria che modifica una realtà in cui il Medico di Medicina Generale (MMG) è lasciato sostanzialmente ‘solo’ nel suo studio pur dovendo fungere da gate-keeper delle prestazioni e insieme coordinatore dei percorsi assistenziali. Con questo nuovo modello organizzativo si vuole rafforzare il ruolo clinico e la titolarità della funzione di governo clinico dei medici di medicina generale, valorizzando gli infermieri per quel che attiene le attività di presa in carico, counselling, assistenza, accompagnamento nei percorsi, adesione alla terapia.

 

Diverse tipologie

Le “Case della salute” possono avere diversi gradi di complessità, pensati in relazione alle caratteristiche del territorio e alla densità della popolazione residente. Sono tre, infatti, le diverse tipologie di dimensionamento, a seconda dei servizi presenti:

 

 GRANDE: prevede la presenza di tutte le funzioni relative al Nucleo di Cure Primarie e tutti i servizi sanitari più importanti

 MEDIA: sono presenti le funzioni di Nucleo di Cure Primarie e alcuni servizi sanitari

 PICCOLA: prevede tutte le funzioni ‘base’ del Nucleo di Cure Primarie, mentre rispetto ai servizi sanitari più complessi può essere presente il Punto

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Il territorio

Sono 4 i comuni serviti dalla “Casa della Salute del Sorbara”: Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Ravarino, tutti inseriti nel Distretto sanitario di Castelfranco Emilia. La densità media è di 285 abitanti per chilometro quadrato. Il territorio di riferimento della nuova struttura ha un’estensione di 133 chilometri quadrati, pari al 50% del Distretto.

Il numero di residenti – complessivamente 36 mila, circa il 10% sono stranieri – con età superiore ai 65 anni è di 5.200 persone, pari al 14,6% della popolazione. Un dato inferiore a quello provinciale, dove gli over 65 rappresentano il 20,7% dei residenti. Gli over 85 sono il 2.5% della popolazione, mentre la fascia dei più giovani – età inferiore a 5 anni – rappresenta il 7,1% del totale (il dato provinciale è del 6%). La popolazione in età da lavoro rappresenta il 44,5% del totale. Sono 24 i Medici di Medicina Generale (MMG) e 7 i Pediatri di Libera Scelta (PLS) che operano sul territorio.

 

Gli obiettivi

Il nuovo modello organizzativo ha l’obiettivo di promuovere la salute individuale e collettiva attraverso un approccio che “si fa carico” dei bisogni legati alla salute del cittadino ancor prima dell’insorgere della malattia, andando a organizzare risposte assistenziali moderne ed efficaci legate ai concetti di medicina pro-attiva e d’iniziativa. Il valore aggiunto dei percorsi di cura è rappresentato proprio dalla capacità di presidiare la continuità delle cure, in modo particolare per le malattie croniche.

 

L’organizzazione e le tecnologie

All’interno della Casa della Salute è presente una Medicina di Gruppo composta da 5 Medici di Medicina Generale e un Pediatra di Libera Scelta, uno sportello CUP-SAUB, un Punto di ritiro farmaci, i Servizi Sociali, un Punto Prelievi, il Consultorio Familiare, la Pediatria di Comunità, la Neuropsichiatria Infantile, il Centro di Salute Mentale, il Servizio Veterinario e l’Igiene Pubblica.

Sono attivi anche gli ambulatori di Cardiologia, Oculistica e ambulatorio infermieristico dedicati ai percorsi per le patologie croniche. All’interno della struttura vengono eseguiti pap-test e vaccinazioni infanzia, età evolutiva e adulti e ritiro dei campioni per lo Screening del colon retto.

 

La gestione integrata dei pazienti con diabete mellito

Particolare attenzione è stata posta alla presa in carico dei pazienti affetti da malattie croniche come il diabete di tipo 2, per il quale è stato attivato un percorso ‘ad hoc’. I pazienti affetti da questa patologia vengono invitati, presso la struttura, per effettuare – nella stessa sede e in un’unica giornata – le visite di controllo associate a una valutazione infermieristica che prevede anche momenti di educazione terapeutica. In questo modo viene ridotto al minimo il disagio dovuto agli spostamenti dei pazienti.

 

“Lettura integrata della Carta del Rischio Cardiovascolare”

Il progetto, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, ha l’obiettivo di promuovere sani stili di vita per prevenire l’insorgenza delle patologie cardiovascolari. È rivolto agli uomini e alle donne che hanno compiuto rispettivamente 45 e 55 anni nel corso del 2012, assistiti dai Medici di Medicina Generale dei comuni di Bomporto, Ravarino e Bastiglia. Per ogni paziente, presso la Casa della Salute, viene stilata una “Carta del rischio cardiovascolare” che permette di individuare con anticipo le migliori strategie di cura e prevenzione riguardo all’eventuale insorgere di patologie cardiovascolari.