Vanna_IoriÈ decisivo il ruolo delle banche che si impegnano a mettere un freno al gioco d’azzardo: stop alle carte di credito abilitate ai pagamenti sui siti di gambling, via i gratta&vinci e i biglietti delle lotterie nelle filiali, sì ai corsi di formazione sul tema per gli impiegati.

“Un primo passo e un gesto di attenzione molto importante”, secondo la deputata reggiana del Pd Vanna Iori, che ha appena presentato in Parlamento una proposta di legge per sostenere e tutelare i familiari delle persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo patologico con lo scopo di proteggerle dai rischi sul piano giuridico e su quello economico-finanziario.

In maniera più grave di altre forme di dipendenza patologica, infatti, il gioco d’azzardo “compromette, disgrega e danneggia non solo le relazioni, minando i progetti personali e professionali, provocando perdita del lavoro o assenteismo, ma induce anche a dissipare il patrimonio familiare, a compromettere i risparmi, a chiedere prestiti bancari e persino a commettere reati pur di ottenere i soldi necessari per il gioco”.

Per questo motivo la proposta di legge depositata dalla Iori si è concentrata, oltre che sulla terapia familiare, anche sull’obiettivo di tutelare il patrimonio familiare del giocatore d’azzardo patologico e della sua famiglia proponendo l’istituzione di un numero verde nazionale a cui i familiari possano rivolgersi per chiedere indicazioni sulle manifestazioni della patologia e sulle strutture che possono offrire aiuto, oltre che per ottenere consulenze per far fronte ai rischi concreti legati alle conseguenze delle perdite economiche causate dal gioco.

La proposta, inoltre, individua – anche in sintonia con quanto in questi mesi propongono il Tribunale di Reggio, l’associazione DarVoce e diversi enti locali – la figura dell’amministratore di sostegno (già prevista dalla legge per tossicodipendenze o alcolismo) per gestire e preservare il patrimonio del giocatore e della sua famiglia “in modo da creare – afferma la Iori – le migliori condizioni esistenziali per il giocatore, che comunque rimane il vero protagonista del nuovo sistema di protezione, anche senza giungere fino alle forme estreme dell’interdizione o dell’inabilità”.

L’amministratore di sostegno, nominato dal giudice tutelare, potrà essere scelto all’interno dello stesso ambito familiare del giocatore: avrà il compito di adottare le misure necessarie per proteggere il patrimonio immobiliare ed economico-finanziario della famiglia della persona affetta da ludopatia e, così facendo, preservare le relazioni familiari e consentire al soggetto il recupero della dignità e della piena consapevolezza.

Soltanto nei casi più gravi, qualora il giocatore d’azzardo patologico non dovesse essere più ritenuto in grado di curare i propri affari economici nemmeno nell’ambito di un percorso condiviso di accompagnamento e sostegno, la proposta di legge prevede il ricorso all’inabilitazione o all’interdizione del soggetto.