E’stato approvato martedì 26 novembre dal Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine il Patto per la Scuola 2013-2017. Il documento, frutto di un lungo lavoro, è stato presentato in aula da Giuseppe Schena, assessore alle Politiche scolastiche e Presidente dell’ente associato, che ha ricordato come questo piano territoriale è ormai arrivato alla terza edizione e che il suo obiettivo è quello di mettere a valore le risorse dell’intero territorio, garantendo pari dignità ai diversi soggetti firmatari, siano essi enti locali, associazioni, istituzioni come la Fondazione Cassa di Risparmio o le singole autonomie scolastiche. Il Patto 2013-2017 non muta ovviamente i suoi principi fondanti ma continua a consolidarsi e ad allargare le proprie competenze a nuovi soggetti del sistema educativo e formativo delle Terre d’Argine, spaziando dalle scuole dell’infanzia a quelle superiori e all’istruzione paritaria, garantendo così una maggiore integrazione tra progetti e relazioni quotidiane: e continuando a sancire l’integrazione tra domanda e offerta nella scuola dell’infanzia statale, comunale e privata ad esempio con centri unici di accesso ed iscrizione, servizi comuni quali quelli formativi per i docenti, progetti di qualificazione volti ad innalzare il livello dell’offerta messa a disposizione degli studenti, dei genitori e degli insegnanti e il sostegno al diritto allo studio. Importante anche lo spazio dedicato dal Patto all’integrazione di ragazzi extracomunitari, disabili e con problemi di apprendimento. Schena ha anche ricordato in Consiglio l’ingente mole di risorse che il Patto prevede per le attività ordinarie (trasporto scolastico, mensa e refezione, servizi di pre e post scuola, centri estivi, pulizie, scodellamento, funzioni miste), circa 2,8 milioni di euro l’anno; mentre 2 milioni (sempre all’anno) sono dedicati al sostegno socio-educativo e ai progetti educativi assistenziali e 100 mila euro l’anno è la somma destinata ai progetti sui Disturbi dell’apprendimento. Mezzo milione di euro è poi finalizzato dal Patto ai progetti di qualificazione (promozione dell’agio a scuola e politiche di inclusione; educazione interculturale e integrazione dei ragazzi/e stranieri; arricchimento dell’Offerta Formativa e sostegno all’eccellenza; valorizzazione del merito; formazione, documentazione, nuove metodologie e tecnologie; continuità educativa e didattica; politiche per l’orientamento e per l’assolvimento dell’obbligo) e 130 mila euro è lo stanziamento infine che la Fondazione Cassa di Risparmio ha previsto ogni anno. Senza dimenticare che ogni dodici mesi l’Unione investe 3,4 milioni in media per l’edilizia scolastica e per le scuole paritarie sono previsti 670 mila euro ogni anno per il prossimo quadriennio.

Presenti nell’aula del Consiglio l’altra sera per presentare i relativi progetti anche Paola Sacchetti (Commissione Disagio e Genitorialità), Vanna Rinaldi (Commissione Intercultura) e Elena Goldoni (Commissione Disabilità). Proprio da questi interventi sono venuti alcuni dati interessanti che sono stati poi dibattuti in Consiglio nel corso della discussione sul Patto. Ad esempio il fatto che siano 317 gli alunni con disabilità iscritti nelle scuole dell’Unione, una sessantina in più di cinque anni fa, mentre nei sette Istituti Comprensivi delle Terre d’Argine gli studenti non italiani sono arrivati sul totale degli iscritti al 19.55% (scuola primaria) e al 20.79% (secondaria di primo grado).

Hanno poi preso la parola nel corso dei lavori del Consiglio di martedì sera numerosi rappresentanti dei dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado. Federico Giroldi, in rappresentanza dei Dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi, ha ricordato come il Patto sia un atto d’indirizzo che porta ad obiettivi condivisi, ad una qualità diffusa del sistema dell’istruzione, garantendo un confronto più omogeneo tra scuole e amministrazione locale, mettendo a disposizione delle scuole competenze tecniche e maggiori possibilità di reperire fondi da altri soggetti. “Un macro-accordo di rete nel quale si trovano strumenti organizzativi, funzioni, obiettivi, principi e finalità, si dà spazio alla sussidiarietà e agli indirizzi dell’utenza nei confronti dell’azione pubblica – ha detto Giroldi – tanto che la scuola diventa trama ed ordito del tessuto sociale”. Claudio Bergianti, in rappresentanza a sua volta dei Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado dell’Unione (4, con 400 insegnanti e 4000 studenti, da questa edizione del Patto anche loro coinvolti soprattutto su temi come orientamento, disabilità, innovazione e tecnologia) e del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, assente, ha ribadito invece come non si debba dare una gerarchia di valore alle scuole superiori, “che invece sono uno strumento di redistribuzione delle chances sociali per fornire cittadinanza a tutti”: ha spiegato poi come con l’abolizione delle Province le competenze dell’istruzione superiore dovrebbero passare ai Comuni e che il problema non è rappresentato solo dalle risorse economiche carenti ma anche dalla mancanza di quelle necessarie per l’aggiornamento e la formazione dei docenti e per un legame più efficace tra scuola e mondo del lavoro. Silvano Fontanesi, in rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, ha infine sottolineato come la Fondazione guardi da sempre con interesse al tema dell’istruzione continuando a sostenere iniziative come il Patto.

Una decina gli interventi che nel corso del dibattito consiliare sono venuti dai banchi dei rappresentanti dei cittadini dell’Unione. Francesca Cocozza (Pd) ad esempio ha richiamato il tema dell’importanza della scuola nel formare i cittadini del futuro, in un momento di crisi economica e sociale e di difficoltà dell’istituzione famiglia: Roberto Benatti (PdL) dal canto suo ha sottolineato positivamente il fatto di avere espresso in occasione del precedente dibattito sul Patto per la Scuola un paio di proposte che sono state poi inserite in questa edizione. “La politica deve restare fuori dalla scuola – ha detto – perché ne complica i problemi, come quello rappresentato dalla crescente presenza di studenti non italiani, che si potrebbe risolvere con test d’ingresso anche alle superiori”. Maria Grazia Lugli (Pd) ha dal canto suo spiegato come a suo parere “leggendo questo documento si sente che qui si esprime la volontà di persone che ci tengono alle cose che sono scritte” introducendo anche il tema delle ludopatie e del supporto psicologico per i ragazzi. E se Giovanna Zironi (Rilanciamo Soliera nelle Tda) ha avanzato l’argomento dell’edilizia scolastica e della sicurezza, settori nei quali a suo parere l’Unione non ha investito a sufficienza facendo scelte differenti, la capogruppo del Pd Daniela Depietri ha invece affermato come il Patto rappresenti anche il tema delle pari opportunità, uno stimolo in più, una speranza nel futuro. “E sulla sicurezza – ha concluso – l’Unione ha fatto il suo dovere”.

Preoccupazioni per il numero di studenti stranieri è stata infine espressa sia da Filippo Rossi (Lega nord) che soprattutto da Luca Lamma (Fratelli d’Italia): quest’ultimo ha parlato di “ipocrisia del buonismo e della società multiculturale che farà saltare il welfare nel prossimo futuro. Il Patto è una dichiarazione d’intenti per un’integrazione obsoleta”. Il Presidente Schena in sede di replica ha ricordato che negli ultimi 25 anni nessun Governo ha investito nell’edilizia scolastica mentre in occasione del recente sisma “nessun bambino si è fatto un graffio nelle nostre scuole. Questo Patto è un investimento di lungo periodo, mi auguro venga votato all’unanimità. Grazie alla cessione di sovranità da parte di vari soggetti si pratica così a mio parere la sussidiarietà”.

Il voto del Consiglio dell’Unione sul Patto per la Scuola è stato pressochè unanime: solo il consigliere Lamma si è astenuto.

Hanno partecipato attivamente alla definizione del Patto e dei suoi contenuti tutte le scuole primarie e secondarie, statali e paritarie (dirigenti, docenti, genitori, Consigli di Istituto), l’insieme della istituzioni che intervengono sulla scuola, come gli Uffici Scolastici regionale e provinciale, la Regione, la Provincia, le rappresentanze dei genitori, tutte le componenti politiche e tecniche degli enti locali firmatari dell’intesa, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Si sta parlando di circa 80 istituzioni scolastiche e non mentre sono circa 15 mila tra Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera gli studenti coinvolti.

L’approvazione da parte del Consiglio dell’Unione del Patto per la Scuola, che avrà validità fino al 30 agosto 2017, è stata preceduta da quella dei Collegi dei Docenti e dei Consigli di Istituto.