infermieri“Nelle ultime settimane è stato ampiamente presente, sui giornali locali, il tema dell’assistenza domiciliare alle persone malate che affrontano la fase finale della loro vita. Con la cautela e la delicatezza che il tema comporta, vorremmo dare un contributo di informazione per far conoscere meglio ai cittadini come avviene l’assistenza domiciliare a queste persone. La rete delle cure palliative nella nostra provincia ha avuto origine nel 1995, con il coinvolgimento graduale di tutti i medici di medicina generale e degli infermieri dei distretti. Tale rete ha come missione la cura a casa delle persone che manifestano dolore e altri sintomi che causano sofferenza alla fine della vita fornendo pure supporto alle loro famiglie che soffrono con loro. Per fare ciò, medici e infermieri ricevono una formazione costante e rinnovata di anno in anno.

I medici di famiglia hanno accettato con convinzione questo compito impegnativo, certi che la loro rete diffusa in modo capillare sul territorio sia in grado raggiungere tutte le località e che il medico che ha curato una persona per tutta la vita sia la figura più familiare e meglio accettata per farsi accompagnare anche nella fase finale.

Nuovi impegni si sono aggiunti poi dal 2010 a seguito della “legge 38” che sancisce il principio che le cure palliative e la cura del dolore sono un diritto di tutti i cittadini. Questo diritto, pertanto, deve ovunque e in ogni condizione essere garantito dal Servizio Sanitario Pubblico, come ogni prestazione sanitaria essenziale.

Ai medici di famiglia è stato, di conseguenza, chiesto di perfezionare l’assistenza estendendola in modo sistematico dai malati di tumore a tutte le persone con malattie gravi ( ad esempio, affette da malattie del sistema nervoso , del cuore, o dei polmoni, malati di demenza) perché le cure palliative non siano più sinonimo di “malato oncologico” ma arrivino realmente ovunque c’è sofferenza. Inoltre, per elevare il livello di assistenza, è stata creata una rete di medici e infermieri particolarmente esperti grazie a una formazione approfondita e permanente (definiti medici e infermieri esperti “inter pares”, ossia “tra pari”) per garantire anche un livello “specialistico” di cura. Anche su questo fronte dunque, medici e infermieri stanno impegnandosi al massimo, per le oltre mille persone che annualmente usufruiscono di questa forma di assistenza, persone a cui viene offerta la possibilità, se è loro scelta, di rimanere a casa fino alla fine.

Come medici di famiglia sentiamo la pesante responsabilità che ci viene affidata, ma la accettiamo di buon grado perché riconosciamo che la nostra Azienda Sanitaria ha sviluppato un modello tra i più avanzati sul territorio nazionale e che riteniamo di grande aiuto per le persone sofferenti di gravi malattie.

Naturalmente non possiamo essere noi a giudicare la bontà o meno di quello che facciamo e lasciamo che il nostro operato sia soggetto al giudizio degli unici titolati ad esprimerlo, ovvero i pazienti e le loro famiglie.”

La Segreteria Provinciale della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale)