Giovanni-GorzanelliA fianco delle notizie relative ai sommovimenti che riguardano gli assetti geopolitici del gigante russo, da più parti si levano considerazioni preoccupate per il rallentamento dell’interscambio commerciale con il nostro Paese.

Ne è buon testimone Giovanni Gorzanelli, titolare, insieme al fratello Paolo, di Margen SpA di Maranello, da 50 anni azienda leader nella produzione di sistemi di energia: ”In effetti, in questi ultimi mesi la situazione con il mercato russo è diventata difficile: solo nell’ultimo anno la svalutazione del rublo è stata di circa il 20%, e questo sta portando molte società russe a rivedere i propri investimenti, con annullamenti o riduzioni di ordini.

L’analisi delle cause di tale situazione è certamente complicata, ma quello che posso constatare è che le piccole e medie aziende, che stanno operando con la Russia, ne stanno risentendo negativamente, e ciò non può che destare forte preoccupazione”.

Precisa Gorzanelli: “La Russia è per l’Italia un partner fondamentale; le possibilità di aumentare questo interscambio è evidente in quanto è il principale fornitore di energia intesa come petrolio e gas, ma anche per quanto riguarda tutte le materie prime che sono indispensabili per il nostro Paese. Come importatore può aumentare notevolmente la quantità dei prodotti offerti dalle nostre aziende, poiché la Russia è un paese enorme, in cui molte aree, in passato disabitate e inospitali, stanno in questi anni subendo forti trasformazioni, con la nascita di nuovi centri abitati e la realizzazione o il rifacimento di infrastrutture interne per permettere di ospitare i lavoratori e le relative famiglie in quelle zone dove è presente l’estrazione delle materie prime”.

“Ritengo che la Russia, anche come modo di pensare e mentalità della popolazione, sia un paese ideale per le aziende italiane: normalmente il mercato russo richiede qualità e servizio e preferisce lavorare con le piccole e medie aziende“.

“La nostra esperienza, maturata in 15 anni di rapporti commerciali con la Russia, mi porta a dire che se l’Europa in generale non è attenta a seguire le necessità del mercato russo perderà una grossa occasione, e non solo economica. Ma il problema della ‘gestione’ dei cambi delle valute è un problema che dovrebbe riguardare le famose regole della globalizzazione, in cui l’Europa dovrebbe avere un ruolo attivo”.

Conclude l’imprenditore: “Come è possibile che si riesca a svalutare il rublo in misura così pesante e avere al contempo sempre un euro supervalutato nei confronti del dollaro senza ragioni logiche? Un’area come l’Europa, ancora in piena crisi, dovrebbe avere una moneta più debole nei confronti della moneta statunitense, invece accade il contrario”.

“Il risultato è che le aziende americane sono più competitive, e che i russi hanno perso il 20% di potere di acquisto, a scapito comunque delle aziende europee. Di conseguenza c’è il rischio che per favorire le nostre esportazioni siano poco efficaci manovre, riforme e tagli, se poi non si incide in modo determinato sulla fluttuazione dei cambi. Mi pare evidente che gli Stati Uniti stanno utilizzando anche questo strumento per risalire la china della crisi economica. Non credo si possa dire altrettanto dell’Europa”.

 

Foto di Giovanni Gorzanelli