GEV_2Erano mesi che nelle campagne dei comuni dell’Unione “Reno Galliera”, in particolare lungo l’asta del fiume Reno da Castel Maggiore a Castello d’Argile, si ripetevano rinvenimenti di animali selvatici o da affezione uccisi da lacci a strangolo e deceduti o sofferenti per avere ingerito bocconi avvelenati. Decine le denunce ricevute da Carabinieri, Polizia Provinciale e Municipale della zona dai proprietari di cani avvelenati da esche sparse lungo i campi.

Le prime indagini svolte in collaborazione con la Polizia Provinciale e con le Guardie Ecologiche Volontarie hanno portato a concentrare l’attenzione su una componente “deviata” del mondo venatorio: alcuni cacciatori, solo una parte ridotta per fortuna, ritengono infatti alcuni animali una sorta di antagonisti per la loro passione, tra questi le volpi ed altri animali predatori che possono nutrirsi di potenziali prede dei cacciatori, ma anche animali da affezione, quali cani o gatti, che, pur non essendo per loro stessa natura predatori vocazionali, per il fatto che vagano per le campagne o vi vengono portati in passeggiata dai loro proprietari, possono rappresentare un “disturbo” per la fauna selvatica e quindi possono allontanare eventuali obiettivi dell’azione di caccia.

Negli ultimi tempi si erano infittite le segnalazioni da parte di cittadini della zona su di una persona di sesso maschile che si aggirava alla guida di un ciclomotore lungo l’argine del fiume Reno con fare sospetto. Gli appostamenti, condotti anche in collaborazione con guardie ecologiche volontarie, hanno consentito di individuare questo soggetto lungo i campi nei pressi del fiume Reno, in località Malacappa del Comune di Argelato.

Questi, identificato per C.M., pensionato sessantaseienne residente a Funo di Argelato, veniva trovato in possesso di alcune matasse di cavo multifilo, una delle quali abbandonata furtivamente appena prima del controllo, oltre agli attrezzi necessari per lavorare il multifilo. Tale cavo era del tutto identico per dimensioni e caratteristiche a quello normalmente utilizzato per la costruzione di lacci a strangolo, rinvenuti negli anni in innumerevoli circostanze da guardie ecologiche o da personale della Polizia Provinciale in diversi comuni del circondario.

Di concerto con la Procura presso il Tribunale di Bologna la perquisizione è stata estesa alla abitazione del sospetto, dove è stato possibile rinvenire, custoditi nel garage, alcune decine di contenitori con all’interno antiparassitari di prima classe ed altre sostanze tossiche e venefiche, per un peso complessivo di diverse decine di chili, per alcuni dei quali l’acquisto e detenzione necessitano di apposita abilitazione, tra cui alcune riconducibili al principio attivo “carbofuran”, spesso utilizzato per “confezionare” i bocconi avvelenati, nonché un rilevante quantitativo di carne in putrefazione, potenzialmente utile per la realizzazione delle esche all’interno delle quali inserire le sostanze avvelenanti.

Il materiale rinvenuto è stato sequestrato: sono attualmente in corso indagini coordinate dal sostituto procuratore della Procura bolognese dottor Augusto Borghini, finalizzate innanzitutto a repertare compiutamente le sostanze rinvenute nella disponibilità del C.M. e successivamente a confrontarle con quelle contenute nelle esche che hanno portato recentemente alla morte di due cani e all’avvelenamento di un terzo in comune di Argelato, sulle quali a suo tempo furono condotti esami specifici.

Sono state anche sentite varie persone in grado di riferire circostanze utili ai fini delle indagini, le cui dichiarazioni sono attualmente al vaglio degli investigatori.

Il C.M. è stato denunciato per diverse fattispecie di reati in materia di caccia, nonché per tentata uccisione continuata di animali, in attesa che le indagini ancora in corso consentano di fare ulteriormente luce sulla vicenda.

 

Il Corpo Unico di Polizia Municipale dell’Unione “Reno Galliera”, diretto dal Comandante Massimiliano Galloni, opera sui territori degli otto comuni associati: Argelato, Bentivoglio, Castello d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale.