Sono 41 e tutte ammesse al contributo le Unioni che hanno presentato domanda di sostegno alle attività e servizi garantiti in forma associata nel corso del 2015.

Le risorse ripartite dalla Regione sono aumentate rispetto al 2014: le Unioni dell’Emilia-Romagna beneficeranno infatti di contributi che ammontano a 16,8 milioni di euro (di cui 8,5 di risorse regionali e 8,3 statali) con una crescita di oltre 1 milione rispetto allo scorso anno (+7%). Una quota delle risorse (3,5 milioni di euro) è dedicata alle Unioni montane.

I contributi saranno assegnati in base ai criteri stabiliti dal Programma di riordino territoriale 2015-2017 che “prevede parametri che premiano sempre più la qualità delle Unioni – spiega l’assessore regionale al Riordino territoriale Emma Petitti – e che sono stati elaborati da un gruppo di esperti regionali e delle associazioni degli Enti locali, Anci e Uncem. Siamo in presenza di un grande impegno da parte dei Comuni – sottolinea Petitti – e di un maggior numero di Unioni solide ed integrate, come dimostra il fatto che sono aumentate anche le realtà che, sempre secondo i nuovi criteri stabiliti nel bando, hanno diritto ad un contributo pieno. Noi verificheremo i risultati di questo primo anno di applicazione del Piano, per aumentarne l’efficacia, e continueremo a lavorare insieme ad Anci ed Uncem – conclude l’assessore – per definire per il 2016 anche gli indicatori di efficienza ed efficacia e aiutare ancor di più gli amministratori locali a garantire e migliorare i servizi pubblici per i cittadini e le imprese”.

Nei prossimi giorni, intanto, la Giunta adotterà la delibera per assegnare i fondi 2015, che saranno ripartiti sulla base del numero e della consistenza delle funzioni gestite, della popolazione, del territorio, del numero dei Comuni dell’Unione e dell’economicità della gestione delle funzioni.

I criteri di assegnazione

I criteri del bando 2015-2017 rispetto al passato sono maggiormente incentrati sulla quantità e qualità delle gestioni associate dei servizi comunali.

I fondi sono stati assegnati tenendo conto del fatto che è aumentato sia del numero delle Unioni a regime (passate dalle 36 del 2014 alle 41 del 2015, con l’avvio effettivo delle 5 già costituite lo scorso anno) sia la loro qualità e capacità di integrazione, anchegrazie ai processi riorganizzativi attuati dai comuni aderenti.

Da segnalare anche l’aumento del numero e della rilevanza delle gestioni associate svolte: dall’istruzione ai servizi sociali, dall’urbanistica alla protezione civile, dalla Polizia municipale al personale.